"Quando lo Spirito di verità riempie
con le virtù dei suoi doni la santa Chiesa, fa sprigionare da essa in lungo e
in largo i profumi dell'opera buona (Dum sanctam Ecclesiam donorum suorum
virtutibus Spiritus veritatis impleverit, ab ea longe lateque odores boni
operis spargit)...E' grande tutto questo prodigio che si può vedere, ma il
prodigio che riguarda le cose interiori e che non si può vedere è ancor più
meraviglioso (Quantum est omne hoc miraculum quod videri potest. Illud de
internis miraculum est mirabilius quod videri nunc non potest)...il santo,
ammirando le cose visibili e considerando quelle nascoste, raccontando i fatti
evidenti e penetrando quelli nascosti, cerca di dire tutto quello che avviene
sia all'esterno che nell'interno; eppure quando mai la lingua della carne potrà
spiegare le opere della grandezza somma? (sed opera summae magnitudinis
quando explicet lingua carnis ?)".
Commento morale a Giobbe, II, IX, 17.18. Città Nuova Editrice/2,
Roma 1994, pp.37.39.
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