"Quando ci analizziamo più del
dovuto, lo steso amore per l'analisi ci allontana dal discernimento; e più
l'acume della nostra mente si sforza di veder chiaro e più rimane al buio, come
chi fissa ostinatamente i raggi del sole rimane ottenebrato; e nello sforzo di
vedere di più si riduce a non vedere nulla.
(Dum nosmetipsos plus iusto discutimus,
de ipso discretionis studio indiscretius erramus; et mentis nostrae acies quo
plus cernere nititur, obscuratur, quia et qui importune solis radios aspicit,
tenebrescit; et unde nil videre compellitur unde videre amplius conatur).
Commento morale a Giobbe, II, IX,39. Città Nuova Editrice/2, Roma
1994, p.57.
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