"Ogni predicatore spirituale della santa Chiesa universale in tutto ciò che dice si esamini con cura per non levarsi in superbia per tutto ciò che predica rettamente, affinché la vita non sia in contrasto con la lingua e non accada che, predicando bene e razzolando male, perda in se stesso quella pace che egli annunzia alla Chiesa (ne vita a lingua discordet; ne pacem quam in Ecclesia adnuntiat, in seipso dum bene dicit et male vivit, amittat)".
Commento morale a Giobbe, V, XXIII, 8. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.285.
Nessun commento:
Posta un commento