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martedì, giugno 04, 2024

Fascicolo sanitario 2.0: entro giugno si può dire no al trasferimento dati

@ - È vero che il nuovo Fascicolo Sanitario 2.0 comprenderà tutti i miei referti, analisi e terapie? Posso oppormi a questo utilizzo di miei dati sensibili? Il fascicolo sanitario elettronico (Fse) è oggi un fondamentale strumento dei servizi pubblici digitali, ed esiste nei sistemi sanitari evoluti di tutto il mondo. È indicato in inglese con la sigla EHR, che sta per “Electronic Health Records”, con cui si designano i sistemi che consento di archiviare digitalmente, e recuperare rapidamente al bisogno per finalità di cure mediche o profilassi, la documentazione medica, completa e in formato elettronico, sullo stato di salute psicofisico, passato e presente, di un cittadino.

Fascicolo sanitario 2.0: entro giugno si può dire no al trasferimento 
dati© Fornito da Il Sole 24 Ore

Simili strumenti esistevano nella prassi ben prima che le norme italiane li disciplinassero: le strutture sanitarie, pubbliche e private, compresi i vari servizi sanitari regionali, avevano iniziato ad archiviare digitalmente la documentazione sanitaria dei pazienti: dalla memorizzazione dei referti di analisi ed esami diagnostici, alla informatizzazione della cartella clinica, sino alla raccolta sistematica degli acquisti di medicinali presso le farmacie per creare una completa “storia farmacologica” del paziente.

Nel 2009 il Garante privacy decise quindi di dettare le prime linee guida. Dopo pochi anni, l’articolo 12 del Dl 179/2012 dettò una disciplina generale del Fse, definito come «l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito». Il Fse nasce quindi anzitutto come strumento a servizio del paziente, subordinato al suo consenso: anziché portare con sé, ad ogni visita, tutti i documenti della propria storia clinica e farmacologica, si poteva scegliere di archiviare tutto online, e consentire ai vari medici e strutture l’accesso. Ma la grande mole di dati sanitari archiviati costituiva, e costituisce ancora oggi, uno straordinario patrimonio per finalità di studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico, ma anche di governo delle politiche di sanità pubblica e relativa valutazione di efficacia.

Dopo il Covid-19 questa seconda finalità ha acquisito una nuova rilevanza: La Missione 6-Salute del Pnrr punta, infatti, anche sul Fse per il rafforzamento della prevenzione e dell’assistenza sul territorio.

Nel 2020, in piena pandemia, il decreto rilancio ha soppresso la necessità di previo consenso dell’assistito per l’alimentazione del Fse, che quindi da allora ha iniziato a raccogliere le informazioni su prestazioni ed eventi sanitari che interessano il cittadino, senza necessità di chiederne l’autorizzazione. Una serie di provvedimenti attuativi ha introdotto un nuovo e potenziato “Fse 2.0”, in cui oggi confluisce ogni prestazione sanitaria erogata da operatori pubblici, privati accreditati e privati autorizzati, e che raccoglierà anche tutte le informazioni relative a eventi clinici riferiti a prestazioni erogate dal Ssn fino al 18 maggio 2020, quando era ancora richiesto il consenso dell’interessato (il decreto Sostegni entrò in vigore il 19 maggio 2020). A tutela della privacy è stata prevista la possibilità di opporsi a questa “migrazione massiva” dei propri dati sanitari, ma entro una finestra temporale molto limitata: il cittadino che non desidera che tutti i suoi referti e dati sanitari anteriori al 18 maggio 2020 “migrino” nel Fse, deve attivarsi per comunicare il proprio diniego entro il 30 giugno. Decorso tale termine, il trasferimento avverrà in modo automatico e massivo e non sarà più possibile impedirlo. Chi desidera avvalersi di tale facoltà deve farlo attraverso il portale del Sistema tessera Sanitaria (con le modalità indicate nel quesito qui a fianco). Chi, invece, è favorevole all’alimentazione integrale del proprio Fse non deve fare nulla: in futuro troverà automaticamente sul sistema l’archivio completo di tutti i suoi dati sanitari.

Come si presenta l’opposizione all’acquisizione della storia sanitaria pregressa nel Fse?
Le modalità sono disciplinate da un Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, adottate di concerto con il ministero della Salute, pubblicato l’11 aprile 2024. La scelta si può fare solo online, accedendo al servizio “FSE - Opposizione al pregresso” disponibile sul portale del Sistema Tessera Sanitaria (Sts). Nell’area del portale riservata al Cittadino
(https://sistemats1.sanita.finanze.it/portale/area-riservata-cittadino) è presente l’apposita funzionalità, che rimarrà attiva solo fino al 30 giugno 2024. L’accesso avviene autenticandosi tramite identità digitale: usando la Tessera sanitaria o la Carta nazionale dei servizi (Cns), la Cie-Carta di identità elettronica (purché si abbia il relativo pin) oppure tramite Spid. Una volta entrati, la procedura è semplicissima: si deve prendere visione dell’informativa, e poi basta cliccare sulla casella “Opposizione” e poi premere il pulsante “Mi oppongo”, in modo da inviare la propria dichiarazione.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della acquisizione dei miei dati sanitari nel Fse 2.0? Mi conviene fare opposizione?
Il Fse 2.0 serve due finalità: da un lato, assicurare al cittadino la disponibilità immediata e organizzata di tutte le sue informazioni sanitarie, indipendentemente dal luogo (purché in Italia) in cui sono state raccolte; dall’altro, raccogliere in una unica infrastruttura il maggior numero possibile di informazioni, che possono essere utilizzate per finalità pubbliche (ad esempio studio e ricerca, valutazioni di qualità, governo di spesa e politiche di sanità pubblica). È questo il motivo per cui si è deciso di prescindere dalla volontà del cittadino per alimentarlo. I dati dal 2020 ad oggi alimentano già automaticamente il Fse: chi non si oppone all’acquisizione del pregresso avrà il vantaggio di avere un archivio più completo di tutte le proprie patologie, cure pregresse e storico di tutti i referti, ovunque resi in Italia. Ogniqualvolta si accederà ad una visita (compreso il pronto soccorso), tutta la nostra storia sanitaria sarà disponibile al medico che deve visitarci e curarci: con un vantaggio non solo pratico (non doversi portare in giro ingombranti fascicoli cartacei), ma anche di efficacia, perché un sanitario che ha più informazioni può curarci meglio. I dati che migrerebbero nel Fse sono comunque già presenti negli archivi digitali delle strutture regionali, che li invieranno al sistema centrale. L’unica novità sarebbe la “concentrazione” su una piattaforma nazionale. L’infrastruttura assicura ovviamente l’accesso di sole persone autorizzate, con adeguate misure di sicurezza anche informatica. Esiste sempre il rischio di violazioni della cybersicurezza, ma gli attacchi hacker possono benissimo avvenire anche presso le singole strutture sanitarie dove sono già custoditi i nostri dati. La scelta, quindi, è del tutto personale e dipende dalla propria sensibilità alla condivisione dei propri dati.

Non ho lo Spid e non trovo più il pin della carta di identità elettronica: come posso accedere al sistema per esercitare l’opzione?

Chi non è in possesso di strumenti di identità digitale può accedere, anziché dalla propria area riservata, cliccando sul link “Accedi senza autenticazione”. È sufficiente inserire i seguenti dati, necessari per assicurare l’identificazione: codice fiscale, numero e scadenza della tessera sanitaria.Per chi non trova la nuova Ts, il sistema riconosce anche i dati della precedente tessera scaduta.

Ho presentato l’opposizione, ma ci ho ripensato perché penso sia utile avere i propri dati disponibili online per tutti i propri medici. Posso revocare la scelta?

La funzione di opposizione al pregresso Fse consente all’assistito anche di revocare, eventualmente, l’opposizione già espressa, ma solo nel periodo in cui tale funzione è attiva. Ci si può, quindi, ripensare ma solo entro il 30 giugno 2024. Ricordiamo che non occorre, invece, fare alcuna scelta se si è favorevoli all’acquisizione dei dati: il sistema provvederà in automatico a recepire le informazioni di tutti i cittadini che non si saranno opposti entro fine giugno

Posso scegliere di trasmettere alcuni dati a altri no?
Non è possibile scegliere documento per documento, l’opzione è solo per il diniego integrale. In ogni caso verranno acquisiti i documenti digitali già caricati nei singoli Fse regionali per i quali a suo tempo era stato già dato dall’interessato, al momento della visita o dell’esame, uno specifico consenso, che risulta dalla “Anagrafe dei consensi e revoche” prevista dalle norme sul Fse. Saranno altresì acquisite prescrizioni ed erogazioni farmaceutiche e specialistiche che, a partire dal 1 settembre 2017, sono state già acquisite al Fse regionale.

Sono uno straniero, non possiedo Spid né identità digitale. Posso accedere e negare il consenso?
Anche gli stranieri che hanno ricevuto cure presso strutture sanitarie pubbliche possono accedere e opporsi all’acquisizione dei propri dati. In questo caso, l’accesso è consentito inserendo il proprio “codice STP”, la regione che lo ha emesso e la data di rilascio. Il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) è lo strumento che permette di erogare l’assistenza sanitaria anche ai cittadini extra-UE irregolarmente presenti sul territorio, senza costringerli ad indentificarsi e richiedere un codice fiscale: viene rilasciato dall’Asl all’atto della richiesta di cure (ad esempio al pronto soccorso) o su richiesta dell’interessato. L’accesso alle strutture di cura non può comportare alcuna segnalazione all’autorità. Chi in passato ha ricevuto cure pubbliche mediante Stp può quindi opporsi all’acquisizione dei relativi dati all’interno del Fse 2.0

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