Parco Archeologico Religioso CELio

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".... energia rinnovabile UOMO"

giovedì, novembre 14, 2024

domenica, novembre 10, 2024

L'anomalo augurio a Trump dal Vaticano. Cosa c'è dietro il messaggio dopo l'elezione

@ - "Tanta saggezza". Questo l'anomalo augurio del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin al presidente eletto Donald Trump, accompagnato dalla sottolineatura delle differenze con la Santa Sede sulle politiche migratorie.

L'anomalo augurio a Trump dal Vaticano. Cosa c'è dietro il messaggio dopo l'elezione

Parole che manifestano la freddezza con cui in Vaticano è stata accolta la notizia della rielezione del tycoon sebbene il Papa avesse bocciato anche la sua rivale Kamala Harris per le sue posizioni pro-choice sull'aborto. Per Bergoglio, infatti, "ambedue sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti, sia quello che uccide i bambini". Il Pontefice aveva invitato gli americani a scegliere il male minore.

Il precedente
La reazione poco entusiasta della Santa Sede non sorprende alla luce di quanto accaduto nel 2020, alla fine del primo mandato presidenziale di Trump. Tra Vaticano e Washington si consumò un vero e proprio incidente diplomatico quando l'allora Segretario di Stato Usa Mike Pompeo criticò l'Accordo Provvisorio sulle nomine dei vescovi e chiese alla Santa Sede di non rinnovarlo. Nel corso di una sua successiva visita a Roma, Pompeo non fu ricevuto dal Papa. Parolin sostenne che la mancata udienza si doveva all'imminenza delle elezioni. Sempre in quel frangente si registrò un'altra crisi tra l'amministrazione Trump e la Segreteria di Stato coi commenti stizziti di monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, che parlò apertamente di possibile strumentalizzazione politica in vista delle elezioni americane dietro la richiesta di udienza papale a Pompeo e poi criticò un simposio sulla libertà religiosa organizzato dall'ambasciata degli Stati Uniti d’America presso la Santa Sede.

La Cina
Al termine del colloquio del 2020 tra Pompeo e Parolin, una nota riportò la distanza tra le posizioni delle due parti. La Santa Sede, infatti, non ha accolto l'invito dell'allora Segretario di Stato Usa tant'è che l'Accordo sui vescovi con la Cina è stato di volta in volta rinnovato. Lo scorso ottobre c'è stato il terzo rinnovo, anticipato in alcune dichiarazioni dal Papa. L'Accordo è sicuramente poco gradito al cattolicesimo statunitense più influente che in questi anni Francesco ha tenuto fuori dal Sacro Collegio, preferendo creare cardinali quei vescovi americani espressione della minoranza liberal e spesso critici con Trump.

Migranti
Oltre alla Cina, il dossier più caldo nelle relazioni tra Vaticano e Washington è quello sui migranti. Trump ha promesso una stretta sull'immigrazione clandestina una volta ritornato alla Casa Bianca. La Santa Sede ha già fatto sapere di non apprezzare questo programma. Parolin ha rivendicato che la posizione del Papa sui migranti "è molto chiara" e che la Santa Sede è favorevole ad una "politica saggia" sui migranti che "non arrivi a questi estremi". L'estremo, secondo Parolin, è quella che è stata definita la più grande deportazione di massa di immigrati illegali promessa da Trump in campagna elettorale. Mentre il Segretario di Stato ci ha tenuto a ricordare l'esistenza di punti di distanza con il presidente eletto - cosa che accade di rado da parte della diplomazia vaticana - il presidente dei vescovi americani ha evitato qualsiasi possibile polemica nel suo commento post-elettorale. Monsignor Timothy Broglio, infatti, ha dichiarato che "come vescovi siamo pronti a lavorare con tutti i rappresentanti politici eletti con l'obiettivo di perseguire il bene comune" ed ha aggiunto di pregare "affinché il neoeletto presidente Trump e tutti i leader politici possano agire nel rispetto delle responsabilità loro affidate per servire il paese e i cittadini".

lunedì, ottobre 21, 2024

domenica, ottobre 06, 2024

I nuovi cardinali annunciati dal Papa, tra i quattro italiani anche il siciliano monsignore Reina

@ - Tra i 21 nuovi cardinali annunciati oggi da Papa Francesco ci sono anche quattro italiani e uno siciliano originario di San Giovanni Gemini.

I nuovi cardinali annunciati dal Papa, tra i quattro italiani anche il siciliano monsignore Reina
Si tratta di monsignore Baldassarre Reina. Già vescovo ausiliare di Roma, già ViceGerente e, da oggi, Vicario Generale per la diocesi di Roma. È nato il 26 novembre 1970 a San Giovanni Gemini, in provincia ed arcidiocesi di Agrigento. 
È entrato nel seminario Arcivescovile nel 1981. Nel 1995 ha conseguito il Baccalaureato in Sacra Teologia e nel 1998 la Licenza in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. È stato ordinato presbitero l’8 settembre 1995. Dal 1998 al 2001 è stato assistente diocesano di Azione Cattolica e vicerettore del seminario arcivescovile di Agrigento. Dal 2001 al 2003 è stato parroco della Beata Maria Vergine dell’Itria di Favara. Dal 2003 al 2009 è stato Prefetto degli studi dello Studio Teologico San Gregorio Agrigentino e dal 2009 al 2013 Parroco di S. Leone ad Agrigento. Dal 2013 al 2022 è stato Rettore del Seminario Maggiore di Agrigento. Ha svolto inoltre i seguenti incarichi in Diocesi: Docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto di Scienze Religiose; Docente stabile presso lo Studio Teologico San Gregorio Agrigentino; direttore dell’Ufficio Cultura; Canonico del Capitolo Cattedrale; membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori. Il 27 maggio 2022, è stato nominato vescovo ausiliare di Roma. Il 6 gennaio 2023, il Papa l’ha nominato Vicegerente della Diocesi di Roma.

Angelo Acerbi. È nato il 23 settembre 1925 a Sesta Godano ed è stato ordinato presbitero il 27 marzo 1948 per l’allora Diocesi di Pontremoli. Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 1956, ha prestato il proprio servizio nelle rappresentanze pontificie in Colombia, Brasile, Francia, Giappone e Portogallo, nonché nel Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa della Segreteria di Stato. San Paolo VI, il 22 giugno 1974, lo ha nominato Pro-Nunzio Apostolico in Nuova Zelanda e Delegato Apostolico nell’Oceano Pacifico; lo stesso Pontefice, il 30 giugno successivo, gli ha conferito l’Ordinazione episcopale nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano. San Giovanni Paolo II, poi, lo ha inviato come Nunzio in Colombia - dove, assieme ad altri diplomatici, fu ostaggio per sei settimane dai guerriglieri del Movimento 19 de Abril - e, successivamente, in Ungheria e Moldavia e nei Paesi Bassi. Dal 2001 al 2015 ha ricoperto l’Ufficio di Prelato del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta.

Monsignore Roberto Repole. È nato a Torino il 29 gennaio 1967. Entrato in seminario all’età di undici anni, ha compiuto gli studi superiori presso il Seminario minore, conseguendo la maturità classica presso il Liceo salesiano Valsalice di Torino nel 1986. Ha studiato filosofia e teologia nel Seminario arcivescovile di Torino e ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 13 giugno 1992. Dal 1992 al 1996 è stato Vicario parrocchiale presso la parrocchia di Gesù Redentore e collaboratore della parrocchia Ss. Nome di Maria in Torino. Ha proseguito gli studi di Teologia sistematica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, conseguendo la licenza nel 1998 e il dottorato nel 2001. Dal 2001 ha insegnato Teologia sistematica presso la sede parallela di Torino della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della stessa città. Canonico della Real chiesa di San Lorenzo a Torino dal 2010, è stato presidente dell’Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019; preside della sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale e collaboratore della parrocchia Santa Maria della Stella a Druento. Il 19 febbraio 2022 papa Francesco lo ha nominato arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa, unendo così in persona episcopi le due sedi. Il 7 maggio 2022 ha ricevuto l’ordinazione episcopale. In settembre 2022, il Consiglio Episcopale Permanente della Cei lo ha nominato membro della Commissione episcopale per l’Educazione cattolica, la Scuola e l’Università. In ottobre 2022 ad Aosta i vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta lo hanno eletto vicepresidente della Conferenza piscopale di Piemonte e Valle d’Aosta.

Fabio Baggio. È nato a Bassano del Grappa nel 1965 e, nel 1976, ha fatto il suo ingresso nel Seminario Scalabrini-Tirondola dei Missionari di San Carlo, emettendo la professione perpetua nel 1991. L’anno successivo è stato ordinato sacerdote. Nel 1998 ha conseguito il dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontifica Università Gregoriana in Roma. Dal 1995 al 1997, a Santiago del Cile, oltre ad esercitare il ministero pastorale, ha svolto l’incarico di Consigliere della Commissione Episcopale per le Migrazioni del Cile. In seguito, fino al 2002, è stato Direttore del Dipartimento per la Migrazione dell’arcidiocesi di Buenos Aires, ricoprendo inoltre, nel 1999, il ruolo di Segretario Nazionale dell’Opera della Propagazione della Fede, Opere Missionarie Pontificie Argentina. Il 14 dicembre 2016 è stato nominato Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il 23 aprile 2022, il Papa l’ha confermato come Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale anche con la responsabilità della Sezione Migranti e Rifugiati e dei Progetti speciali.

«La Chiesa e noi, una promessa non mantenuta»

@ - L’idea di scrivere ai padri sinodali è il frutto di un lungo ascolto dei giovani: del loro senso di estraneità a una Chiesa respinta e desiderata, rifiutata e amata. Il Sinodo è un’occasione preziosa di rinnovamento della Chiesa, quello che i giovani chiamerebbero ringiovanimento.

«La Chiesa e noi, una promessa non mantenuta»© Fornito da Avvenire

Le lettere – questa e quelle che appariranno su Avvenire nelle prossime settimane – riprendono i desideri, le provocazioni, i sogni e le attese che hanno espresso nella recente ricerca dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, dalla quale è nata anche la serie di articoli su Avvenire poi raccolti nel libro “Dio, dove sei? Giovani in ricerca” (Vita & Pensiero). Consapevoli che nelle opinioni dei giovani si nascondono anche quelle di molti adulti, vengono offerte queste lettere alla Chiesa tutta ma in particolar modo ai padri sinodali perché li accompagnino nelle loro riflessioni e nelle loro decisioni. Ho semplicemente prestato la penna alle voci dei giovani. (P.B.)

Le attese delle nuove generazioni verso la Chiesa, la delusione che spinge a lasciare. Ma c’è un affetto che rimane Cari Padri sinodali, oggi ha inizio il Sinodo. C’è da chiedersi quanti tra i giovani che in questi giorni stanno vivendo le prime settimane di scuola o di università se ne accorgeranno. E ancor meno se ne accorgeranno quelli che sono alle prese con il lavoro – quello che c’è e quello che non c’è – o con i vari problemi e interrogativi della vita. Vivono, viviamo, in un altro mondo. La maggior parte dei nostri amici pensa che la Chiesa sia vecchia: vecchio il suo linguaggio, il suo stile nelle relazioni, la sua visione della vita. Non pensiate che questo sia disprezzo: è il nostro modo di voler bene alla Chiesa, da cui molti di noi si sono allontanati quasi per un amore tradito.

La maggior parte della nostra generazione ha frequentato oratorio e parrocchia; sono stati anni belli nei quali abbiamo apprezzato uno stare con gli amici sereno e leggero, fatto salvo il peso di quell’ora di catechismo o di Messa domenicale, in cui alla spensieratezza dello stare insieme si sostituiva la noia di un’esperienza che non ci toccava. Siamo riconoscenti per quegli anni, che oggi ci appaiono però una promessa non mantenuta. Quando siamo cresciuti non siete più riusciti a parlare con noi, ad ascoltare le nostre domande, ad accogliere le nostre inquietudini. Vi è bastato accompagnarci ai primi sacramenti? Non avete pensato che il più doveva ancora venire? Ci avete lasciati soli ad affrontare una vita con cui i vostri insegnamenti non riuscivano ad entrare in dialogo. Sappiamo che voi avreste voluto che noi continuassimo a frequentare la comunità cristiana, ma ci eravate diventati estranei. Il vostro modo di pensare la vita era quello dei nostri nonni! In questa Chiesa non ci sentiamo a casa. D’altra parte anche voi ci avete esclusi. Quanti giovani partecipano alla vostra assemblea? Possiamo immaginare la vostra risposta: il Sinodo è dei vescovi, le questioni all’ordine del giorno riguardano l’assetto interno della Chiesa... Pensate che noi non avremmo qualcosa da dire? Noi che abbiamo sperimentato nella comunità cristiana relazioni poco coinvolgenti, per niente corresponsabili, poco dialogiche e poco inclusive; che abbiamo visto quanto facilmente l’autorità diventa potere che umilia. Papa Francesco spinge la Chiesa a uscire. Noi siamo usciti, eppure nessuno è venuto a cercarci; né a chiederci perché ce ne siamo andati. Se continuerete a costruire una Chiesa senza di noi, sarà sulla misura della vostra sensibilità di adulti, o di anziani, sarà sempre meno anche nostra, e noi ci sentiremo sempre più estranei e, alla lunga, stranieri.

Il Sinodo sui giovani aveva acceso in noi molte speranze, papa Francesco aveva voluto ascoltarci. Ma poi c’è stato un equivoco: noi non volevamo qualche iniziativa in più per noi, volevamo una Chiesa diversa. E invece è rimasta la stessa: anzi, un po’ più triste, un po’ più disorientata, sempre più lontana. Continuiamo a vedere una Chiesa ripiegata su sé stessa e sui suoi problemi, mentre dentro di noi e attorno a noi preme una domanda di vita, di senso, di futuro. Vi avevamo detto all’inizio di questa lettera che il nostro andarcene era un atto di amore. Inspiegabile? Speriamo che la nostra presa di distanza sia un modo, forse ruvido e troppo deciso, per segnalare una situazione di crisi non più rinviabile, come anche papa Francesco ha dichiarato nel suo viaggio in Belgio. E che questa consapevolezza vi dia l’audacia e la creatività di decisioni in grado di ringiovanire questa Chiesa che anche noi amiamo. Per questo preghiamo lo Spirito, nel quale continuiamo a credere; e vi auguriamo buon lavoro!