Papa Gregorio Magno
L'eredità Spirituale di Gregorio Magno "...OGGI "
martedì, aprile 08, 2025
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Medvedev lancia un grave monito: l’Occidente ha co...
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Medvedev lancia un grave monito: l’Occidente ha co...: @ - Negli ultimi anni, il panorama geopolitico internazionale ha assistito a un’escalation di tensioni tra le grandi potenze mondiali , con...
lunedì, aprile 07, 2025
Francesco e suor Francesca, l'inaspettato incontro tra il Papa e la religiosa di 94 anni
@ - In pellegrinaggio con un gruppo da Napoli, suor Francesca Battiloro, in clausura da 75 anni, era nella Basilica di San Pietro in preghiera quando, all’improvviso, ha incontrato il Papa che si recava in Piazza: “Avevo chiesto a Dio di incontrarlo, ma sembrava impossibile. Invece me l’ha mandato incontro”.
L'incontro in Basilica tra il Papa e suor Francesca con il gruppo che la accompagnava
La battuta di Papa Bergoglio alla religiosa che gli stringeva la mano: “Ma lei è una delle suore di Napoli?”, riferita all’affettuoso 'assalto' delle monache nel Duomo nel 2015.
Suor Francesca Battiloro saluta Papa Francesco
La più grande sorpresa della sua vita suor Francesca Battiloro l’ha ricevuta a 94 anni, 75 dei quali trascorsi in clausura. «Io avevo chiesto a Dio: “Voglio incontrare il Papa”. E solo a Lui eh! A nessun altro... Pensavo fosse impossibile, invece è stato il Papa a venirmi incontro. Pare che il Signore quando gli chiedo una cosa me la concede sempre…».
La religiosa visitandina è arrivata questa mattina da Napoli, dove vive, a Roma con un unico desiderio: vivere il Giubileo degli Ammalati e del mondo della Sanità. Entrata a 8 anni in monastero per poi prendere a 17 i voti, in un momento in cui era fortemente a rischio la sua vita per un’occlusione intestinale, la sua storia è protagonista della prima pagina dell’edizione di aprile de L’Osservatore di Strada. E proprio alla famiglia de L'Osservatore di Strada la suora ha consegnato il desiderio di recarsi a Roma. In collaborazione con il Sovrano Militare Ordine di Malta che si è prontamente impegnato per la logistica, è stata accompagnata a San Pietro. Insieme a lei, un gruppo di amici e parenti.
In sedia a rotelle, con problemi alla vista, suor Francesca – nata Rosaria ma che ha assunto il nome del fondatore dell’Ordine della Visitazione, Francesco di Sales, il santo che, dice, l'ha guarita in sogno - voleva attraversare la Porta Santa della Basilica. Date le sue condizioni fragili, le è stato concesso di vivere il momento privatamente mentre nella Piazza si celebrava la Messa con 20 mila fedeli.
La sorpresa del Papa
Stava pregando, suor Francesca, davanti alla tomba dell’apostolo quando all’improvviso ha visto arrivare un gruppo di uomini in giacca e cravatta. In mezzo un’altra sedia a rotelle, quella del Papa. Francesco alla sua prima uscita pubblica da Casa Santa Marta dopo il ricovero al Gemelli per la polmonite bilaterale, si era confessato, aveva pregato e attraversato la Porta Santa. Era in Basilica per dirigersi verso l’esterno e salutare a sorpresa i partecipanti alla celebrazione giubilare. Probabilmente neanche lui si aspettava di trovare il gruppetto in ginocchio nella navata centrale; men che meno se lo aspettava lei, suor Francesca, anche se qualcosa le si muoveva nel cuore. «L’avevo chiesto a Dio», dice ai media vaticani che la raggiungono al telefono durante il viaggio di ritorno a Napoli.
"Si sono incontrate le due carrozzelle"
«Si sono incontrate le due carrozzelle. Che bello, che bello», ripete. E sorride mentre racconta di aver afferrato la mano del Papa e di non essersi più staccata per l’emozione. E Francesco, con la poca voce ora in recupero, ma con il guizzo ironico che lo contraddistingue, ha domandato alla religiosa: «Ma lei è una di quelle suore di Napoli?». Una battuta in riferimento all’indimenticabile episodio di esattamente dieci anni fa, quando il Pontefice nel Duomo, durante la visita nell’arcidiocesi partenopea del 2015, era stato 'assalito' da un gruppo di monache di clausura che lo avevano accerchiato e abbracciato, mentre il cardinale Crescenzio Sepe le richiamava all’ordine: «Sorelle! Sorelle!».
Suor Francesca Battiloro non era una del gruppo ma quel giorno si trovava nel Duomo e non era riuscita a salutare da vicino il Papa. Un altro Pontefice, Giovanni Paolo II, lo aveva invece incontrato più di una volta quando si era recato in visita nel Monastero di Galla Placidia a Roma, dove era stata «prestata» come infermiera. Mai, però, era riuscita a rimanere per una decina di minuti a tu per tu con un Papa, come avvenuto oggi. «Sono contenta, e chi se l’aspettava! Gli ho baciato la mano e lui pure sembrava contento… Veramente è un periodo che Dio mi sta ascoltando, anche nelle piccole cose».
In preghiera per la salute di Francesco
Dopo quella di vedere Papa Francesco, suor Francesca ha presentato al Signore un’altra richiesta: «Di farmi morire nell’atto del puro amore. Questo desidero, l’incontro con Lui finale. Voglio andare con Lui, la mia vita l'ho fatta». Lo ha spiegato anche al Papa e gli ha assicurato la sua preghiera per questo periodo di convalescenza: «Gli ho detto: Santità, io sto pregando tanto tanto, ho offerto la mia vita a Gesù perché lei guarisca e io, invece, me ne vado… Lui ha sorriso. E io me ne torno a casa felice. Lo desideravo proprio questo incontro... Molto, molto molto».
lunedì, marzo 31, 2025
Ora la sanità di prossimità taglia i ricoveri
@ - Prima di “Neirone in salute”, Rina Gardella doveva farsi tre chilometri a piedi per raggiungere Ognio. Nella frazione abitava l’unico medico della valle Fontanabuona, nel Genovese. Anche prima, non si incontrava anima viva per strada, «ma almeno c’erano i bambini in paese e Neirone era il triplo di oggi»; mentre lo ricorda, ti accorgi che sulle panchine del parco giochi ci cresce il muschio.
Ora la sanità di prossimità taglia i ricoveri© Fornito da Avvenire
Prima, del resto, proprio come oggi, le strade erano “sentieri” che via via si restringono di fronte all’auto, pedinate da strapiombi terribili sulla foresta dell’Appenino, appena punteggiata da pizzichi di case. Prima, molto prima di “Neirone in salute”, Rina non ricorreva tanto spesso al medico. Del resto, la sanità ce l’aveva in casa, perché la madre, ostetrica, aveva fatto nascere tutta la valle. «Non ho avuto bisogno di cure per tanti anni: bastava mangiar poco, alzarsi alle cinque per badare al bestiame e poi andar per castagne», rievoca con quei suoi occhi vispi che hanno visto 106 anni. Ne ha sedici meno Maria Teresa Rosasco che non smette di baciare le mani di Elisa Lagomarsino, l’infermiera di famiglia e comunità che per l’Asl 4 del Tigullio, insieme alle colleghe Patrizia e Ilaria, ogni giorno percorre questi tratturi che sembrano strade per raggiungere gli anziani della valle nelle loro case, affondate tra faggi e noccioli. “Neirone in salute” è il progetto dell’Asl per la sanità di prossimità e consiste nella presa in carico del paziente anziano a casa sua, lavorando sulla prevenzione e riducendo l’ospedalizzazione all’essenziale. Parliamo di 350 over 65 distribuiti sull’ampio territorio di questo piccolo borgo Ligure della Val Fontanabuona, alle spalle di Chiavari, assistiti da tre infermiere di famiglia e comunità (Ifec) che lavorano in rete con i sette medici di famiglia della valle, la farmacista, il parroco, l’assistente sociale, l’assistenza domiciliare integrata, la pro loco e naturalmente il sindaco. L’idea è di Paolo Petralia, direttore generale dell’azienda sanitaria, che applica la legge 33/23 al modello “Comunità in salute”. In due anni, si è investito pesantemente sul digitale e, per portare le cure nelle aree interne, su una piccola flotta di auto e camper superattrezzati. Questi ultimi, i “Gulliver”, sono figli del Covid: dopo averli utilizzati per vaccinare chi abitava in frazioni sperdute dell’entroterra ligure, non sono tornati in garage. Mentre, con un bando Formez, ci si preoccupava di formare 250 dipendenti dell’Asl sulla nuova assistenza agli anziani, così come la disegna la legge 33, e si creava la “nuvola” digitale che adesso permette una connessione globale - medici e infermieri dei diversi livelli di assistenza possono lavorare ad esempio sulla stessa cartella digitale del paziente -, con i soldi del Pnrr è stata creata la “flotta” che interpreta la sanità di prossimità, la quale in questo caso non si dispiega soltanto nelle case di comunità, ma entra letteralmente nelle case delle persone fragili.
«Nelle aree interne – spiega Petralia – sperimentiamo la nuova sanità territoriale, anche perché le condizioni sociali e orografiche sono particolari. Parliamo, innanzi tutto, dell’area più anziana d’Europa (con un indice di vecchiaia sopra il 250%), di una bassa densità di popolazione (meno di 150mila assistiti in tutta la Asl 4, il cui 30% vive nei 2/3 del territorio) che decuplica d’estate (tra i comuni dell’Asl 4 c’è Portofino)». L’azienda ha creato tre case di comunità sulla costa e vorrebbe testare e diffondere nell’entroterra il modello Neirone appena sarà collaudato. L’inaugurazione del centro operativo, una casetta ai margini del centro abitato, è fissata per martedì; il primo tagliando avverrà in autunno. «I nostri operatori fanno prevenzione e promozione della salute, attraverso piani individualizzati – spiega Petralia –, ma erogano anche numerosi servizi sanitari e sociosanitari: nei camper avviene il controllo della gravidanza, e si eseguono ecografie, vaccinazioni, esami diagnostici di vario genere e poi stiamo preparando il team per la salute mentale. Tutto questo, si badi bene, senza aggravio di spesa sanitaria, perché stiamo spostando servizi vicino al cittadino, non li duplichiamo. E intanto calano ricoveri e prestazioni non appropriate».
Questo lavoro, oltre a promuovere l’invecchiamento sano e attivo, porterà a una dettagliata analisi dei bisogni di salute di tutta la popolazione over 65 anni, che consentirà una migliore pianificazione dei servizi. Non funzionerà, se da parte dei cittadini non scatterà un atteggiamento protettivo, che permetta al team di specialisti dislocati sul territorio di lavorare in profondità sui problemi. «All’inizio, qualcuno è diffidente – spiega l’infermiera Elisa – ma quando coglie l’importanza del servizio lo accoglie con gioia». Il coordinatore degli Ifec, Marcello Menichini, aggiunge: «L’obiettivo è far restare il paziente a casa propria e per questo entriamo in punta di piedi e creiamo una relazione basata sull’empatia».
Come già nel progetto “Tigullio luogo di salute” e nel test in corso nella vicina Val di Vara, in “Neirone in salute” sono coinvolti tutti gli attori sociali e istituzionali: «Saremo il filtro tra le situazioni di necessità e il team, monitorando a distanza le situazioni di bisogno e anche quelle di solitudine» (Simona Figone, farmacista); «ogni anno vediamo sparire una parte del paese, per fermare l’esodo dall’Appennino servono questi servizi che ci fanno sentire meno soli e abbandonati: una popolazione anziana che non ha la patente e dispone di pochi mezzi pubblici, alla fine, evita di curarsi» (Maurizio Albareto presidente della Pro loco); «condivido l’idea che la cura vada condivisa, e poiché conosco tutti i parrocchiani collaborerò a mettere in rete le esigenze» (don Matteo Benetti, parroco); «il problema dell’entroterra è la distanza dai servizi dislocati nei nuclei più popolosi della costa, ma questo progetto permette di avvicinare i servizi sanitari agli abitanti del nostro borgo» (Stefano Sudermania, sindaco).
L’Asl 4 ha concepito questo progetto con la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) e l’Università La Sapienza di Roma che, oltre alla validazione, proporrà modelli di adattabilità delle abitazioni degli anziani non autosufficienti che devono accogliere l’assistenza domiciliare e usufruire di dispositivi per il monitoraggio dei parametri vitali ed il supporto alle attività quotidiane. A Maria Teresa, in verità, non serve molto di più della visita di Elisa: «Da quando sono caduta a Lavagna non mi sento più sicura, meno male che viene lei ogni settimana. Che Dio la protegga». E se l’abbraccia forte.
sabato, marzo 22, 2025
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: IL CODICE di CAMALDOLI
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: IL CODICE di CAMALDOLI: L'Accordo di Camaldoli, meglio noto come Codice di Camaldoli, è un documento fondamentale redatto nel luglio 1943 da un gruppo di intel...
martedì, marzo 11, 2025
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Intesa Meloni-Ursula su difesa e migranti. E il ta...
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Intesa Meloni-Ursula su difesa e migranti. E il ta...: @ - La tela che unisce Von der Leyen e Meloni è sempre più fitta: Ucraina, immigrazione e niente rotture con gli Usa nonostante Trump e la...
sabato, marzo 08, 2025
Ramadan, musulmani e cristiani amici oltre "le ideologie che intrappolano"
@ - Messaggio del Dicastero per il Dialogo Interreligioso per il mese di digiuno dell’Islam, che quest’anno “coincide in gran parte con la Quaresima”: i valori che condividiamo come la giustizia, la compassione e il rispetto per il creato siano la bussola per essere costruttori di ponti e non di muri.
“Costruire, attraverso il dialogo, un avvenire comune, fondato sulla fraternità”, “essere fratelli e sorelle in umanità, che si stimano profondamente a vicenda”: questa la sfida che cristiani e musulmani sono chiamati ad affrontare “in un mondo segnato dall’ingiustizia, dai conflitti e dall’incertezza sul futuro”. Lo evidenzia il messaggio del Dicastero per il Dialogo Interreligioso per il mese di Ramadan e ‘Id al-Fitr, dal titolo “Cristiani e musulmani: ciò che speriamo di diventare insieme” diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede. Nel testo, firmato, dal prefetto e dal segretario del Dicastero, il cardinale George Jacob Koovakad e monsignor Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage, si sottolinea che “musulmani e cristiani possono essere testimoni” di fraternità e dialogo, “nella convinzione che l’amicizia è possibile nonostante il peso della storia e delle ideologie che intrappolano”.
Ramadan e Quaresima tempi di preghiera e carità
Il Ramadan, “periodo di digiuno, preghiera e condivisione”, “occasione privilegiata per avvicinarsi a Dio e rinnovarsi nei valori fondamentali della fede, della compassione e della solidarietà”, quest’anno “coincide in gran parte con la Quaresima, che per i cristiani è un periodo di digiuno, supplica e conversione a Cristo”, si fa notare nel messaggio. Una “vicinanza”, quella “nel calendario spirituale”, che “offre un’opportunità unica di camminare fianco a fianco, cristiani e musulmani, in un percorso comune di purificazione, preghiera e carità”. “Per noi cattolici è una gioia condividere questo momento con voi, perché ci ricorda che siamo tutti pellegrini su questa terra e che stiamo tutti cercando di ‘vivere una vita migliore’”, scrivono il prefetto e il segretario del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, che esortano a riflettere, insieme ai musulmani, su ciò che è possibile fare “per ‘vivere una vita migliore’” e su come impegnarsi per essere “autentici fratelli e sorelle testimoni comuni dell’amicizia di Dio con tutta l’umanità”.
La fede un percorso di conversione interiore
E se i cattolici considerano il Ramadan non “un semplice mese di digiuno” ma “una scuola di trasformazione interiore” che aiuta a “porre l’attenzione su ciò che è essenziale”, un “tempo di disciplina spirituale” che invita “a coltivare la pietà”, “virtù che avvicina a Dio e apre il cuore agli altri”, nella Quaresima i cristiani seguono “un percorso simile” e “attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina” cercano “di purificare” il loro “cuore” e di concentrarsi “su Colui che guida e dirige” la vita degli uomini. Dunque “queste pratiche spirituali, sebbene espresse in modo diverso”, “ricordano che la fede non è solo una questione di gesti esteriori, ma un percorso di conversione interiore”.
Giustizia e compassione ispirino azioni comuni
La “fede in Dio è un tesoro” che “unisce” cristiani e musulmani “ben oltre le nostre differenze”, prosegue il messaggio, e “ricorda che siamo tutte creature, spirituali, incarnate e amate, chiamate a vivere nella dignità e nel rispetto reciproco”. “Noi desideriamo diventare custodi di questa sacra dignità, rifiutando ogni forma di violenza, discriminazione ed esclusione” aggiungono il cardinale cardinale Koovakad e monsignor Kodithuwakku Kankanamalage, evidenziando che, nel celebrare nello stesso periodo il Ramadan e la Quaresima, cristiani e musulmani hanno “un’opportunità unica di mostrare al mondo che la fede trasforma le persone e la società, e che è una forza propulsiva di unità e riconciliazione”. “I valori che condividiamo, come la giustizia, la compassione e il rispetto per il creato dovrebbero ispirare le nostre azioni e i nostri rapporti” proseguono, “e servirci da bussola per essere costruttori di ponti anziché di muri, fautori della giustizia anziché dell’oppressione, essere protettori dell’ambiente anziché distruttori”. La “fede e i suoi valori”, inoltre, dovrebbero aiutare “a essere voci che si ergono contro l’ingiustizia e l’indifferenza e che proclamano la bellezza della diversità umana”.
L‘Id al-Fitr occasione di incontri fraterni tra musulmani e cristiani
Infine, nel messaggio si auspica che le “preghiere”, i “gesti di solidarietà” e gli “sforzi per la pace” da parte dei cristiani “siano segni tangibili” della “sincera amicizia” con i musulmani e che la festa dell‘Id al-Fitr “sia un’occasione di incontri fraterni tra musulmani e cristiani” per “celebrare insieme la bontà di Dio”. “Questi semplici, ma profondi momenti di condivisione, sono semi di speranza che possono trasformare le nostre comunità e il nostro mondo”, concludono il prefetto e il segretario del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, nella speranza che l’“amicizia” con i musulmani “sia una brezza ristoratrice per un mondo assetato di pace e fraternità”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui
venerdì, febbraio 28, 2025
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Macron guerrafondaio senza i nostri soldati
Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Macron guerrafondaio senza i nostri soldati: @ - Non comprendo come e da chi dovrebbero essere composte queste milizie e ancora meno capisco come certi leader europei possano vagliare q...
Iscriviti a:
Post (Atom)