Così rispose Benedetto a un Goto extracomunitario del suo tempo nel rimettergli in mano un falcetto che gli era caduto nel lago.
Gregorio Magno rivela così il segreto di come si può vincere la tristezza mortale che ha inizio con la terribile akedia in monastero.
Ieri condividevo questo con una novizia che annuiva felice per aver trovato finalmente la strada della serenità che le sembrava difficile perseguire con la sola preghiera.
Dunque è proprio il lavoro ma un lavoro vero non un passatempo per riempire i vuoti tra un'ora prescritta di preghiera e un'altra.
La dignità del lavoro, e la felicità che ne deriva per aver guadagnato il pane per sé e per gli altri in comunità con il sudore della propria fronte, è fondamentale tra i monaci e le monache per evitare il logoramento del cuore, della mente e del corpo, anticamera sicura dell'akedia, della depressione e della mancanza di sapore nella vita monastica, che si nota spesso in tanti volti disillusi di uomini e donne sulla mezza età che vagano nei chiostri privi di entusiasmo ma non sentendosi in colpa di nulla perché perfettamente puntuali alla preghiera e agli atti comuni percorrendo corridoi tirati a lucido da personale esterno pagato dai frutti delle attività produttive legate per eredità al monastero che permettono di dare lavoro alle famiglie d'intorno permettendo ai monaci nel contempo di vivere senza far niente ma solo di preghiera.
Ed essi si sentono addirittura dei benefattori della società e modello dei fedeli nella Chiesa!
Così i monasteri si arricchiscono di uomini e donne consunti dall'inedia.
E nessuno li aiuta a capire che questa loro malattia mortale è solo frutto naturale di un'osservanza compiuta a perfezione ma assolutamente incompleta per la mancanza di un lavoro serio indispensabile all'equilibrio dell'uomo e della donna sulla terra.
Infatti può mai esserci felicità per una vita che non cresca in continuità con la fatica di creare cose inedite e sempre nuove e belle favorendo appunto la vita con l'aiuto dello Spirito di Dio Creatore che fa continuamente nuove tutte le cose?
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