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domenica, maggio 29, 2022

Le cinque vie di San Tommaso: cosa sono?

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San Tommaso d’Aquino, come d’altronde tutta la filosofia medioevale, è convinto che la ragione umana non solo può cogliere l’esistenza di Dio, ma può anche dimostrarla.

Rifacendosi prevalentemente ad Aristotele, san Tommaso utilizza il cosiddetto procedimento "aposteriori", ovvero risalire dagli effetti alle cause, per poi arrivare alla Causa Prima, cioè la Causa Incausata, la Causa da cui deriva tutto, ma che non scaturisce da nulla.

Tommaso individua cinque prove aposteriori, che egli chiama "vie".Le cinque vie di San Tommaso sono:
1. via del movimento;
2. via del rapporto tra effetto e causa;
3. via del rapporto tra contingente e necessario;
4. via dei gradi di perfezione;
5. via dell’ordinamento finalistico.


Buona lettura!

Le cinque vie di San Tommaso: cosa sono?

San Tommaso d’Aquino, come d’altronde tutta la filosofia medioevale, è convinto che la ragione umana non solo può cogliere l’esistenza di Dio, ma può anche dimostrarla.

Rifacendosi prevalentemente ad Aristotele, san Tommaso utilizza il cosiddetto procedimento “aposteriori”, ovvero risalire dagli effetti alle cause, per poi arrivare alla Causa Prima, cioè la Causa Incausata, la Causa da cui deriva tutto, ma che non scaturisce da nulla.

Tommaso individua cinque prove aposteriori, che egli chiama “vie”.

Le cinque vie di San Tommaso sono:
  1. via del movimento;
  2. via del rapporto tra effetto e causa;
  3. via del rapporto tra contingente e necessario;
  4. via dei gradi di perfezione;
  5. via dell’ordinamento finalistico.

Via del movimento
Tommaso così argomenta: nell’universo è evidente l’esistenza del movimento, cioè del divenire. Non può però esistere alcun movimento senza cause che lo producano.
Sarebbe illogico se si volesse procedere all’infinito nella successione tra effetti e cause. Sarebbe come se (ovviamente questo esempio vale per noi e non per i tempi di Tommaso) si pretendesse un treno formato da infiniti vagoni senza che vi fosse a capo un locomotore. Sarebbe appunto un assurdo perché i vagoni giustificano la trasmissione del movimento, non l’esistenza dal nulla di esso, che invece può essere giustificato solo da una motrice che traina senza essere trainata. Dunque, occorre una Causa Prima che causa senza essere a sua volta causata.

San Tommaso così dice nella Summa: “É cosa certa ed evidente ai nostri sensi che in questo mondo le cose si muovono. Ovviamente ciò che si muove è mosso da una forza esterna. Però, se anche il motore si muove, anch’esso per necessità deve essere mosso da un altro motore; e questo da un altro ancora. Ora, non è concesso procedere così all’infinito; perché allora non ci sarebbe un primo motore, né, pertanto, alcun altro motore: evidentemente i secondi motori non muovono se non sono mossi dal primo motore; il bastone si muove se è mosso dalla mano. É dunque necessario giungere ad un motore primo non mosso da altri. Nel motore primo tutti riconoscono Dio.“

Le cinque “vie” di San Tommaso: la via del rapporto tra effetto e causa
San Tommaso dice che ogni cosa dipende da un’altra, nel senso che è effetto di una causa. Tale causa è a sua volta effetto di un’altra causa ancora. Ovviamente, anche in questo caso, non si può procedere all’infinito, ma bisogna riconoscere una causa prima incausata. Questa causa incausata è Dio.
San Tommaso scrive nella Summa: “La seconda via deriva dalla nozione di causa efficiente. Nell’ordine delle cause efficienti non si può procedere all’infinito. É perciò necessario porre una causa efficiente prima, che tutti chiamano Dio.“

Via del rapporto tra contingente e necessario
San Tommaso dice che tutto ciò che esiste in questo mondo è contingente, cioè esiste ma sarebbe potuto anche non esistere. Ciò perché tutto ciò che esiste ha avuto bisogno di una causa per esistere. Per esempio, una statua esiste perché c’è stato uno scultore che l’ha voluta scolpire. Se questi non l’avesse voluta, la statua non sarebbe esistita.
La contingenza delle cose implica un essere necessario che è all’inizio di tutto e questo essere necessario è Dio. L’essere necessario potrebbe non esistere, se non vi fossero gli esseri contingenti. Ma dal momento che gli esseri contingenti esistono, l’essere necessario deve necessariamente esistere.
Dio potrebbe non esistere, se non vi fosse il creato. Ma se il creato esiste, Dio non può non esistere.
Così come lo scultore dell’esempio. Questo potrebbe non esistere se non vi fosse la statua; ma dal momento che la statua esiste, lo scultore non può non esistere. In questo caso lo scultore è un essere necessario solo in relazione alla statua, ma non in assoluto perché anch’egli è contingente rispetto al vivere. Dio, invece, è l’essere necessario per sé.
Scrive San Tommaso nella Summa: Esistono cose che possono essere e non essere (). Occorre ammettere un ente necessario. Bisogna ammettere un essere per sé necessario (…) il quale non abbia da altri la causa della sua necessità e sia invece la causa della necessità altrui. Questo ente necessario tutti chiamano Dio.

Le cinque “vie” di San Tommaso: la via dei gradi di perfezione
San Tommaso dice che osservando la natura ci si accorge che i vari enti posseggono una maggiore o minore perfezione. Da dove deriva questa perfezione? É necessario che esista un Essere assolutamente perfetto che “partecipa” ai vari enti la sua perfezione in diverso grado e che può essere considerato come termine di confronto.

Scrive San Tommaso nella Summa: Nelle cose vi sono gradi maggiori o minori di bene (…). Ma il più e il meno di dicono di cose differenti, secondo che (…) si avvicinano a ciò che è massimo (…). Vi è dunque ciò che è supremamente vero, ottimo, supremamente nobile, e, per conseguenza, Essere Supremo (…) noi lo chiamiamo Dio.“

Via dell’ordinamento finalistico
San Tommaso dice che nella natura non si può negare il finalismo. Ovvero che esiste un ordine delle cose, per cui queste sono fatte per raggiungere un ben preciso fine. Ordine significa indirizzare una cosa al suo giusto fine. Dunque, l’ordine esige un’intelligenza. Le cose, però, non esprimono un’intelligenza intrinseca. Dunque, questa deve essere al di fuori della natura. Si tratta dell’Intelligenza ordinatrice di Dio.

Scrive San Tommaso nella Summa: “Vediamo che gli esseri privi di pensiero, come i corpi naturali, agiscono secondo un fine. (…). Ora, le cose prive di pensiero non possono tendere ad un fine se non sono dirette da un altro essere dotato d’intelligenza. C’è allora un essere intelligente, da cui tutte le cose della natura sono ordinate ad un fine. Questo essere diciamo Dio.“

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