tenera, affettuosa, premurosissima. E non
lasciamoci impressionare se da lei ci separano suppergiù 1500 anni, perché
certi valori e certe qualità sono eterni e sempre attuali. Silvia nasce
intorno al 520, per alcuni a Roma, per altri a Subiaco o addirittura in
Sicilia, in una famiglia di condizioni modeste. Verso i 18 anni va sposa ad un
tal Gordiano, membro della gens Anicia: un personaggio in vista con rilevanti
cariche pubbliche, un patrimonio più che discreto e una villa meravigliosa al
Celio. Non è un’altra versione della storia di Cenerentola, ma la storia
di un amore vero e di una profonda intesa spirituale che aiutano la coppia a
costruire una famiglia veramente cristiana, illuminata anche dall’esempio delle
due sorelle di Gordiano, che vivono in casa una vita ritirata e mortificata,
quasi monastica., intessuta di preghiere e di penitenza. Non sappiamo quanti
figli ebbero, perché la storia ha conservato solo il ricordo di due figli: il
primogenito, Gregorio, che sarà destinato a diventare famoso, e un altro figlio
di cui però non conosciamo neppure il nome.
Quel matrimonio funziona egregiamente per più di 30
anni, fino alla morte del marito, databile intorno al 573. I due figli
hanno seguito le orme del padre, particolarmente Gregorio, che è diventato
funzionario dell’impero bizantino, arrivando a ricoprire la carica di Prefetto
di Roma. In cuore conserva però una profonda esigenza di vita spirituale e la
segreta aspirazione di dedicarsi completamente alla preghiera e alla
meditazione. La morte del padre accelera questa scelta definitiva ed egli
trasforma la splendida villa paterna al Celio in un monastero, in cui egli
entra per primo come semplice monaco, seguito da molti altri giovani romani.
La scelta di Gregorio fa capire a Silvia che ormai può
considerare esaurita la dimensione domestica della sua vita e quasi in punta di
piedi, discretamente, si ritira in una località dell’Aventino per potersi
dedicare anche lei liberamente alla meditazione e alla preghiera. Ma non
dimentica di essere mamma: pensando alla salute gracile del figlio e alla
scarsa mensa monastica, con gesto di premura squisita che solo una mamma sa fare,
ogni giorno prepara un piatto di legumi freschi o altra verdura del suo orto,
per farla recapitare a Gregorio. Che intanto, per volere del papa, è stato
ordinato diacono e sta servendo la Chiesa mettendo a frutto la sua vasta
esperienza civile ed ecclesiastica, fino a che nel settembre 590 viene eletto
papa.
La storia gli attribuirà il titolo di “magno”, la
Chiesa lo canonizzerà e noi oggi lo conosciamo e veneriamo come San Gregorio
Magno. Sua mamma fa in tempo a vederlo papa, perché muore un paio d’anni dopo. Il
culto di Santa Silvia, che nelle varie fasi della sua vita di sposa, mamma e
vedova sempre aveva saputo dare a Dio il primo posto, si è andato pian piano
affermando nella Chiesa, che ne celebra la memoria il 3 novembre.
Le Ragioni del Cammino
Perché il Cammino di Santa
Silvia
Si precisa che le “Le Ragioni
del Cammino” sono ad experimentum, cioè potrebbero anche in futuro essere
modificate, ovviamente rimanendone intatta la sostanza
1
Il C3S è un’associazione per
l’approfondimento e l’apologetica della Fede, in particolare è una proposta di
“Cammino di Fede” che nasce dal desiderio di “rinnovare” l’Annuncio della
Salvezza di Cristo.
2
Il C3S si configura attualmente, da
un punto di vista giuridico, come un’associazione culturale e, da un punto di
vista spirituale, come una “comunità” o “famiglia spirituale” senza alcuna
definizione canonica.
3
L’uso del verbo “rinnovare” non
intende il voler fare qualcosa di “nuovo”, bensì “rendere nuovamente nuovo”,
cioè rendere nuovamente affascinante e persuasivo l’Annuncio della Salvezza di
Cristo, Verbo incarnato incontrabile nella Sua unica Chiesa:
Cattolica, Apostolica e Romana.
4
Il C3S è convinto che la Chiesa
attraversi una grave crisi e che il faro che debba illuminare la condotta dei cattolici
in questo contesto debba essere la fedeltà alla sua Tradizione bimillenaria e
al Magistero perenne dei Pontefici Romani. Per queste ragioni il C3S segue come
liturgia (propria) quella Tradizionale, ovvero precedente la Riforma liturgica
del 1965-69 e precedente lo stato della crisi.
5
A proposito di questa crisi, oggi
si constata una mancanza di persuasività dell’Annuncio cristiano, mancanza
dovuta prevalentemente a due cause:
5.1
Una riduzione di questo Annuncio ad
esclusiva risoluzione di problemi immanenti, dimenticando il destino eterno
dell’uomo e quindi la salvezza della sua anima.
5.2
Una riduzione di questo Annuncio ad
uno dei tanti possibili.
6
Queste due diffuse “riduzioni”
conseguono ad un rifiuto esplicito o implicito dell’integrità della Dottrina di
sempre della Chiesa Cattolica, rifiuto che ha avuto e ha come “genitore”
il modernismo
teologico.
7
L’annuncio cristiano deve invece
risolvere queste due “riduzioni”, recuperando la Dottrina di sempre della
Chiesa Cattolica, libera da qualsiasi contaminazione modernistica;
ma nello stesso tempo deve presentarsi nella sua maniera più vera e persuasiva,
recuperando, cioè, la sua costitutiva “armonia”.
8
Il vero significato da dare al
termine “armonia” è dato dalla stessa natura di Dio, essendo la Verità da
annunciare non un’arbitraria teorizzazione su Dio, ma la Sua stessa Persona,
cioè la Sua stessa natura.
9
Dio è l’Essere nella sua pienezza,
Essere che è la causa prima, il fondamento di tutto. L’essere ha tre proprietà
fondamentali (dette “proprietà trascendentali”), che sono: Il vero,
Il buono, Il bello.
Dio, in quanto essere assoluto, ha queste tre proprietà in modo altrettanto
assoluto. Dunque Dio è Somma Verità, Somma
Bontà e Somma Bellezza.
10
Se si pone Dio come Centro e
Ragione fondamentale dell’essere cristiano (cosa purtroppo per nulla scontata
nel cristianesimo contemporaneo dove molto spesso l’appartenenza a Dio non è “la”
ma “una”
componente della vita) va da sé che l’Annuncio della salvezza di Cristo debba
manifestare e testimoniare Dio nella sua pienezza, cioè come Bontà, Verità e Bellezza.
11
Pertanto parlare oggi di
“rinnovare” l’annuncio cristiano (nel senso di cui abbiamo detto prima) non
significa inventare qualcosa di nuovo, ma solo recuperare l’Annuncio nella sua integrità.
12
Ecco il motivo per cui si è pensato
a il C3S. Muovendo dall’armonia “sinfonica” dell’essere di Dio, l’adesione a
Lui ha bisogno di tre approcci:
La Verità va conosciuta
La Bontà va amata
La Bellezza va gustata
13
Il cristiano, pertanto, deve conoscere, amare e gustare il
Signore Gesù.
14
Questa affermazione non solo non
intende sostituirsi a ciò che da sempre il Catechismo insegna, ovvero che la
vocazione di ogni creatura intelligente è quella di conoscere,
amare e servire Dio, ma l’approfondisce, soprattutto la
contestualizza all’impegno di un cristiano nel nostro tempo. Infatti,
“conoscere” sta per “Dio
va conosciuto”, “amare” sta per “Dio
va amato”, “servire” sta per “Dio
va gustato”. Servire Dio vuol dire
mettersi alla sua sequela, gustare la sua Presenza, nella Vita dell’Uomo e
nella Storia dell’Umanità.
15
Alla Verità
va conosciuta corrisponde il Primo
Sentiero; alla Bontà va amata il Secondo
Sentiero; alla Bellezza va gustata il Terzo
Sentiero.
16
Ogni cristiano deve percorrere
questi Tre Sentieri. Il percorso deve
avvenire in una dinamica di contemporaneità essendoci tra essi differenze di
ordine ontologico e logico,
ma non cronologico.
17
Infatti, ontologicamente, il Sentiero più
importante è il Secondo (Preghiera e Vita di
Grazia), ma logicamente questo viene dopo, perché si ama solo ciò che si è
prima conosciuto.
18
Inoltre, logicamente,
non vuol dire cronologicamente, perché spesso si
arriva a Dio prima attraverso la preghiera e poi approfondendo la sua
conoscenza.
19
Una chiarificazione sul termine
“sentiero”. Al punto n.4 si è detto che l’annuncio cristiano ha perso
persuasività perché ha subìto un processo d’immanentizzazione, dimenticando che
il Signore Gesù è venuto a salvarci principalmente per donarci il Paradiso e
che tutta la vita terrena deve essere vissuta nella prospettiva dell’Eternità
(da qui la sua vera bellezza e l’unica possibilità per caratterizzarla di vera
gioia). Ebbene, la vita è dunque un “pellegrinaggio”, un “cammino”, un sentieroda
percorrere. Ecco perché si è preferito utilizzare questo termine.
20
In relazione alla simbologia del
“pellegrinaggio” diventa chiaro il significato del logo del C3S. Esso
rappresenta tanto dei cavalieri in preghiera prima
dell’investitura quanto dei pellegrini prima del viaggio.
Condizioni, queste, che stanno a significare tanto l’impegno di servire
altruisticamente il prossimo per accompagnarlo sui sentieri della
Verità (nella dimensione del cavalierato), quanto della dimensione esistenziale
cristiana, che è appunto quella del “cammino” (cioè del pellegrinaggio) verso
il Paradiso.
21
Il C3S si offre a tutti,
indipendentemente da appartenenze a singoli movimenti o associazioni
cattoliche. Ciò perché il C3S vuole essere un servizio da offrire a tutti
coloro che vogliono “rinnovare” (nel senso dei nn.1 e 3) l’Annuncio cristiano.
Nell’ambito, però, di questo cammino si può fare la scelta
di un maggiore impegno e condivisione. Nel qual caso si può diventare
“pellegrini del C3S”.
Raduno
La dimensione dell’eterno e il bisogno
di Dio
22
Prima di iniziare il Cammino
deiTre Sentieri bisogna fare una premessa. Una premessa che
chiamiamo “raduno” proprio per utilizzare una terminologia relativa
all’esperienza del pellegrinaggio.
23
Questo “raduno” consiste
nell’individuare i motivi per iniziare il “viaggio”. Questi motivi sono:
23.1
Il limite: L’uomo, se usa correttamente l’intelligenza, riconosce di essere
limitato. Da qui si rende conto che non può essere soluzione a se stesso.
Pertanto, nasce in lui un costante ed universale desiderio di “risolvere” il
limite. Con questo desiderio si accorge che solo Dio può essere la soluzione.
23.2
Il Significato: L’uomo non solo vive, ma sa di vivere. Da qui il suo ineludibile
desiderio di dare un significato al suo esistere. Da qui il suo bisogno di
rispondere alle domande di senso: Che significato ha la mia vita? Perché devo
soffrire? Perché devo morire? Dio è l’unica possibilità in tal
senso, perché solo Dio può dare “ragione” alla vita.
23.3
L’Insoddisfazione: L’uomo vive nella sua vita il dramma tra la grandezza della
domanda che porta in sé e la piccolezza della risposta che sperimenta nell’hic
et nunc (nel qui e ora). Insomma, avverte che ogni cosa sulla
terra non può soddisfarlo, perché porta con sé un desiderio d’infinito.
23.4
L’Attesa: Da tutto questo l’uomo avverte che il presente non lo appaga e
vive nell’attesa. Dunque, solo l’Assoluto e il vivere per l’eterno possono
conferire un’adeguata risposta che riesca a colmare il cuore. E da tutto questo
l’uomo capisce anche un’altra cosa: che vivere nella compagnia dell’Assoluto e
della conquista dell’eternità rende più bella e gustosa la vita terrena.
Primo Sentiero: la Verità va
conosciuta
Apologetica per dimostrare la
verità del Cristianesimo con affidamento a San Giuseppe
24
L’uomo verrà giudicato sull’amore.
Il primato ontologico è dell’amore. Non si tratta, però, di un amore come puro
sentimento emotivo, bensì di un amore che scaturisce dalla conoscenza. Dunque,
un amore che sia sempre giudicato dalla Verità.
25
La Verità s’indentifica con Dio e
l’esito è prima la conoscenza poi l’abbraccio.
26
Per capire l’importanza del Primo
Sentiero bisogna ricordare le parole dell’Apostolo Pietro: “(…)adorate
il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi
ragione della speranza che è in voi”(1 Pietro 3,15).
27
Nel contesto in cui viviamo, in cui
è forte il rischio di relativismo e sincretismo,
è urgente far capire quanto il Cattolicesimo, a differenza delle altre
religioni, sia indiscutibilmente credibile. Esso non solo ha verità che possono
essere dimostrate razionalmente (esistenza, unicità e bontà
di Dio), ma anche verità (quelle di Fede), le quali, pur non
essendo dimostrabili, sono credibili. Credibilità significa
che alla base di un’affermazione ci sono una serie di elementi che rendono più
ragionevole il credere che il non credere. Questo è il campo dell’apologetica
(teologica, filosofica e storica).
28
Bisogna, pertanto, conoscere le
nozioni fondamentali dell’apologetica, per difendersi, difendere
e contrattaccare alla luce della collaborazione Ragione e Fede, tenendo
presente l’importanza delle opere di misericordia spirituale.
29
Il modello del Primo
Sentiero è San Giuseppe, per due motivi:
29.1
Primo: perché San Giuseppe è stato
chiamato dalla Provvidenza a custodire Gesù. Dal momento che Gesù è la Verità,
ecco dunque che San Giuseppe è il Custode e il Difensore (apologeta) della
Verità.
29.2
Secondo, perché San Giuseppe è il
modello del vero approccio intellettuale: ha ubbidito a Dio affidandosi
totalmente a Lui; dunque, ubbidire e affidarsi alla Verità.
30
Nell’ambito del Primo
Sentiero il pellegrino deve assumere un
solo impegno (consigliato):
30.1
Compatibilmente con le proprie
possibilità (di applicazione e di tempo: quindi mai trascurando il dovere di
stato che viene prima di ogni altro), dedicare quotidianamente del tempo
(un’ora/mezz’ora) allo studio.
30.1.1
Lo studio deve riguardare come
oggetto principale la difesa della Verità cattolica (catechismo, apologetica
teologica, storica, filosofica, ecc.), avendo come intenzione principale non
quella di orgogliosamente arricchire la propria cultura quanto di poter donare
al prossimo, spesso confuso e disorientato, la Verità (la più grande carità è
donare la Verità). Dunque, l’esposizione deve sforzarsi di saper coniugare il
rigore con la facilità, mai cadendo in un accademismo sterile ed inopportuno.
30.1.2
L’esposizione deve orientarsi in
maniera armonica, cercando di non dimenticare mai i tre approcci riguardo la
Persona del Signore (i tre sentieri). Insomma bisogna
saper parlare tanto all’intelletto quanto al cuore del proprio interlocutore.
Far capire non solo la logicità della Verità Cattolica, ma anche la sua
bellezza. Ma su questo punto si tornerà tra poco.
Secondo Sentiero: la Bontà va
amata
Vita di Grazia, Preghiera e
Affidamento alla Madre Celeste
31
Per capire il Secondo
Sentiero ci serviamo di un esempio: la luce serve per
guardare, senza di essa è impossibile lo sguardo. Se non osserviamo, bisogna
prima accendere la luce; se già guardiamo, per poter continuare a vedere,
dobbiamo far sì che la luce rimanga accesa. Ecco dunque che la Grazia è
fondamentale per iniziare davvero a conoscere Dio, così come è fondamentale per
conservare la vera conoscenza di Dio.
32
E’ importante procedere
contemporaneamente neiTre Sentieri, soprattutto riguardo
il percorrere il Secondo (che dei Tre è quello
centrale), perché si può davvero conoscere solo se la mente è illuminata da
Dio.
33
Questo Sentiero, proprio
perché centrale, dà vita tanto al Primo quanto al Terzo,
come il cuore che è in mezzo ai due polmoni, dando vita ad entrambi.
34
A proposito della necessità della
Vita di Grazia, bisogna odiare ed eliminare il peccato, perché non si può
servire e portare agli altri la Verità se non si vive secondo-Verità.
Solo chi ama il Signore può far innamorare del Signore.
35
Proprio perché il primato
ontologico è nell’amore, il modello è l’Immacolata come Madre Celeste,
Colei che è stata l’Ancella della Verità, che ha amato e ama di più Dio, Colei
che ha portato la Verità nel suo grembo. “Celeste” perché Madre del Creatore.
35.1
Maria è la nemica di ogni
errore: “porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la
tua stirpe e la sua stirpe. Tu le insidierai il calcagno, ma Ella ti schiaccerà
la testa.”(Genesi 3, 15)
35.2
Maria è Colei che ha portato
veramente nel suo Grembo la Verità, Colei che l’ha cullata e l’ha abbracciata.
Chi più di Maria ha amato la Verità?
35.3
Se dunque ci si vuole davvero
innamorare e far innamorare della Verità, bisogna andare alla “scuola” di
Maria.
36
Nel percorrere questo Sentiero il
“bastone” è il Santo Rosario.
37
Nell’ambito del Secondo Sentiero
gli impegni minimi (consigliati) del pellegrino sono quattro:
37.1
Recita quotidiana della Preghiera
del Pellegrino.
37.2
Preghiere quotidiane del mattino e
della sera.
37.3
Meditazione giornaliera (detta
“Borraccia”). [1] La
“Borraccia” è offerta da Il Cammino dei Tre Sentieri.
37.4
Recita quotidiana del Santo Rosario completo (15 misteri). A
riguardo devono essere ricordate le parole di Giuseppe Schryvers:“Il
figlio di Maria si sforzerà di non omettere mai la recita del Rosario, siano
pure urgenti le sue preoccupazioni. Solo o in compagnia, chiuso nella camera o
attraverso le vie della grande città, nel silenzio della solitudine o nel
rumore e nel tumulto delle riunioni pubbliche, il figlio di Maria mormora in
silenzio l’Ave Maria. So bene che questa preghiera non può fare a meno di
essere distratta, ma la Madre non guarda se non alla buona volontà.”
[1] A riguardo è importante almeno leggerla e meditarla una
volta. In tal modo si conserva il legame con il C3S, ma nello stesso tempo con
essa non si pretende sostituire i contenuti meditativi che ognuno può scegliere
per la propria giornata.
Terzo Sentiero: la Bellezza va
gustata
Conoscere ed esprimere la
Bellezza della Verità Cattolica con affidamento alla Madre dello Splendore
38
La Verità Cattolica non solo
è vera,
ma è anche bella. Essa non solo appaga
l’intelligenza, ma anche il cuore. La Verità Cattolica è una sorta di
“cattedrale di cristallo”. “Cattedrale” perché ogni pezzo è al suo posto.
Infatti, come si può capire percorrendo il Primo Sentiero, essa ha una sua
logica inappuntabile. Nella Verità Cattolica tutto è consequenziale. Ma questa
“cattedrale” è anche “di cristallo”, nel senso che è splendente, cioè bella.
39
L’uomo è per la gioia. La gioia non
è riducibile ad uno stato d’animo, ma avere un atteggiamento positivo verso la
vita.
40
La gioia ha bisogno di due
condizioni: la Speranza di un’eternità felice e la conseguente possibilità di
dare senso alla sofferenza.
41
Questa Bellezza è l’esito di una
constatazione decisiva: solo Cristo, con la Sua Croce, può dare significato e
risposta all’avventura umana, perché la felicità non è alternativa alla
sofferenza (che è ineliminabile), ma alla disperazione che è l’esito del
non-senso.[1]
42
Proprio perché tutto verte sulla
Bellezza e quindi sullo splendore della Verità, il modello è l’Immacolata
come Madre dello Splendore, Colei
che ha generato e ci ha donato la Bellezza-di-tutte-le Bellezze.
43
Nell’ambito del Terzo Sentiero
l’impegno (consigliato) del pellegrino è:
43.1
Saper esprimere la gioia che
conferisce la vita cristiana. E’ necessario saperla esprimere sforzandosi di
mostrarsi sereno, cortese e sempre accogliente nei confronti delle esigenze del
prossimo.
43.1.1
Evidentemente non basta la semplice
testimonianza personale. Si deve cercare nel proprio apostolato, e nei limiti
delle proprie possibilità, di sottolineare la ricerca di senso che è insita
nell’uomo e come e quanto questa ricerca trovi risposta solo ed esclusivamente
nella Persona di Nostro Signore Gesù Cristo, incontrabile –per Suo volere-
nella Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana.
[1] Qui gli argomenti sembrano riprendere i contenuti del
“Raduno”, ma si specificano meglio nell’ambito della Verità Cattolica.
I Cammini
44
Anche un solo pellegrino può
costituire un Cammino (Cammino
Locale) nel luogo di residenza. Questo perché il C3S è un servizio
che si offre alla comunità a cui si appartiene per far capire come “rinnovare”
(nel senso del n.3) l’Annuncio cristiano.
45
Referente di ogni Cammino è
una Guida, detta Guida
Locale.
46
La Guida Locale è il pellegrino
da cui ha inizio il Cammino Locale, a meno che non si
decida volontariamente di cedere questo incarico ad altro pellegrino.
47
La Guida Locale può essere un
laico (uomo o donna), o anche un presbitero, un religioso o una religiosa.
48
Le Guide Locali devono fare
riferimento alla Guida Nazionale, in merito ai
percorsi da seguire negli incontri di formazione e anche in merito alle
iniziative da organizzare con il proprio Cammino.
49
Il Cammino Locale gode di ampia
autonomia (organizzativa ed economica[1]). Ovviamente per quanto riguarda le attività, la Guida (Guida
Locale) del Cammino Locale deve
concordare con la Guida Nazionale.
50
Ogni gruppo locale viene chiamato Cammino dei Tre Sentieri di… (indicando
la località).
51
Gli incontri del Cammino Locale possono
tenersi a frequenza settimanale, quindicinale o anche mensile, a seconda delle
disponibilità dei singoli pellegrini.
52
Agli incontri sono invitati i pellegrini (se ve ne sono) e
coloro i quali volessero essere formati secondo il metodo del C3S.
53
Gli incontri devono essere così strutturati:
53.1
Secondo Sentiero: Santo Rosario e commento di una Borraccia.
53.2
Primo e Terzo Sentiero: Formazione.
53.2.1
La formazione è tenuta dalla Guida locale o eventualmente, in via
telematica, dalla Guida Nazionale.
53.3.2
Alla Formazione, compatibilmente con il tempo a disposizione, è
auspicabile che segua una discussione tra i presenti.
53.3.3
Eventuali proposte per iniziative locali; ovviamente questo
momento è possibile solo se il Cammino Locale è costituito
da più pellegrini.
[1] Qualora dovesse aver bisogno di fondi per organizzare
attività può far richiesta alla sede centrale del C3S, compatibilmente alle
disponibilità finanziarie di questa.
Il Pellegrino
54
Il pellegrino deve vivere la sua
vita nella dimensione del “pellegrinaggio”, anzi deve chiedere nella preghiera
che non possa mai smarrire questa dimensione. Ecco l’impegno della recita
quotidiana della Preghiera del Pellegrino.
55
ll pellegrino può essere un
laico, un ordinato (sacerdote o diacono), un religioso o una religiosa.
56
Nel caso sia un religioso o una
religiosa la scelta non potrà che avvenire previa approvazione del Superiore.
57
Il pellegrino può essere anche
un appartenente ad un specifico movimento cattolico, fermo restando la
condivisione delle Ragioni del Cammino del C3S, l’adesione
alla dottrina di sempre della Chiesa Cattolica e l’analisi sulle cause e i
possibili rimedi per l’attuale crisi dell’Annuncio cristiano.
58
A riguardo i punti fondamentali da
condividere ai fini di un’adesione da pellegrini sono due:
58.1
Constatazione dell’attuale crisi
della Chiesa e dell’Annuncio cristiano. In tale constatazione bisogna evitare
tanto l’impossibilità di critica di quelle indicazioni pastorali che dovessero
contraddire l’insegnamento di sempre della Chiesa; quanto convinzioni di non
riconoscimento delle legittime autorità della Chiesa fino a derive di tipo
“sedevacantiste”.
58.2
Riconoscimento dell’utilità e piena
cattolicità della Liturgia Tradizionale, ovvero quella precedente la Riforma
Liturgica del 1965-69. Il C3S, infatti, sceglie di seguire tale Liturgia.
59
Chi dovesse assumere gli impegni
del pellegrino non
li assume definitivamente né con l’intenzione di assolvere ad un voto. Si
tratta di un libero impegno non obbligante né sul piano morale né su quello
canonico.
60
Gli impegni a cui deve attenersi
il pellegrino sono
quelli indicati nei punti 30, 37 e 43.
61
La Guida Nazionale può, per
motivi riguardanti la vita morale o/e l’eventuale non condivisione delle linee
guida del C3S, riservarsi di non
confermare ad un pellegrino l’incarico
di Guida
Locale e il suo impegno di pellegrino
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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