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giovedì, dicembre 15, 2022

L’accusa: «Maxi-truffa in Vaticano: venduti i diritti sulla Cappella Sistina senza che la Chiesa sapesse»

@ - L’inchiesta di un sito americano: «accordi a sei cifre». Nessun commento dal Vaticano, i Musei: «Nessuna indagine o denuncia». Le smentite della società coinvolta e anche di quella che avrebbe rischiato il raggiro


Una truffa milionaria ai danni dei Musei Vaticani, descritta come un «furto high-tech», con una società che avrebbe millantato i diritti di riproduzione dei capolavori custoditi Oltretevere, a cominciare dalla Cappella Sistina, chiedendo «accordi a sei cifre».

Lo sostiene un sito d’informazione statunitense, The Daily Wire, smentito dalla società coinvolta e anche da quella che avrebbe rischiato il raggiro, mentre dal Vaticano non arriva nessun commento e i Musei si limitano a dire che in Vaticano non c’è nessuna inchiesta né denuncia.

A parlare del presunto raggiro, nell’articolo del sito americano, è una legale di New York, Sarah Rose Speno, che racconta di aver contattato a marzo, «per la mostra di un cliente» , una casa editrice italiana, la Scripta Maneant, che anni fa aveva pubblicato «un grande libro con immagini ad alta risoluzione degli interni del Vaticano, compresa la Cappella Sistina».
L’avvocato racconta di essersi insospettita, dopo una richiesta di 550 mila dollari e «un bonifico di 82.500 dollari» chiesto entro fine agosto come anticipo: «Abbiamo risolto l’accordo quando Scripta non è stata in grado di fornirci un consenso documentato da parte del Vaticano».

Il sito americano scrive che «secondo il contratto che Scripta Maneant ha fornito a Speno, la società aveva ottenuto l’accesso esclusivo alla Cappella Sistina dai Musei Vaticani nel 2015». E aggiunge: «Ma i documenti esaminati dal Daily Wire suggeriscono che l’accordo riguardava solo l’accesso per scattare immagini ad alta risoluzione delle opere d’arte del Vaticano per un libro in edizione limitata, dal prezzo di oltre 22 mila dollari a copia. I Musei Vaticani hanno dichiarato al Daily Wire che i diritti di licenza di Scripta Maneant sulle immagini ottenute nel 2015 erano contrattualmente ristretti - limitati esclusivamente alla loro società, per un solo progetto».

Il Daily Wire scrive di aver interpellato il vicedirettore dei Musei Vaticani, monsignor Paolo Nicolini, il quale «ha negato di aver concesso alla società in questione l’autorizzazione per la vendita dei diritti sulle opere d’arte», e fa notare che il 7 novembre lo stesso Nicolini è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco. Scrive anche che «Scripta Maneant ha venduto i diritti di licenza più di un anno fa a Lighthouse Immersive per la sua mostra “Immersive Vatican”, lanciata a ottobre», e che «la Speno sospetta che quella mostra sia stata agevolata da un contratto di Scripta Maneant molto simile a quello da lei rifiutato».

Dopo la pubblicazione dell’articolo, è arrivata la replica della società chiamata in causa, che parla di «accuse infamanti», scrive che «nulla di quanto è comunicato risponde a verità» e fornisce una ricostruzione ben diversa: «La nostra società, a partire dal marzo 2022, ha trattato con la società “Museum Masters International” (MMI) per una mostra virtuale (“immersive exhibition”) relativa ai Maestri del Rinascimento in Italia, mostra della quale solo una minima parte riguarda opere conservate presso i Musei Vaticani».

Si tratta di mostre realizzare con la tecnica degli «Shooting» fotografici «attraverso i quali si possono ottenere esperienze immersive di alto valore artistico». E comunque «Scripta Maneant non ha mai dichiarato e mai dichiarerà di poter cedere a chiunque alcuna immagine o alcuna licenza di immagine, né per questo tipo di attività né per attività di carattere più squisitamente editoriale».

Nel caso in questione, l’ipotesi di accordo non era per una mostra, ma per quaranta, scrive la società italiana: «La signora Speno, a noi presentatasi come avvocatessa e con una delega firmata dalla presidente della società MMI, dottoressa Marylin Goldberg - delega solo di recente risultata poi estorta dalla Speno secondo dichiarazione della sig.ra Goldberg stessa - a seguito di lunghe trattative con noi, ha da noi ottenuto un accordo secondo il quale Scripta Maneant avrebbe dovuto fornire, per la somma complessiva di euro 550 mila, fino a 40 mostre riguardanti i Maestri del Rinascimento, da esporre in 40 musei compresi tra Canada, Stati Uniti e Messico. Da cui, considerando i costi di riprese fotografiche, licenze ai Musei Vaticani e ad altri musei e i costi di realizzazione dei video, il prezzo richiesto non solo è legittimo ma è al di sotto della media di questi nuovi mercati perché in realtà se MMI avesse attivato tutte le 40 mostre, ciascuna di esse gli sarebbe costata solo 13.750 euro».

In un altro comunicato, la Museum Masters International ha informato di aver licenziato la legale che ha poi denunciato la presunta truffa, e prende le distanze dalla «accuse mosse a Scripta Maneant, ai Musei Vaticani e a Monsignor Paolo Nicolini»: «Non abbiamo nulla a che fare con tutto questo. La signora Speno ci ha detto che stava preparando, da sola, tutta questa pubblicità negativa che sarebbe stata presto pubblicata dalla stampa internazionale. Quando abbiamo saputo di questa cosa, che non abbiamo mai accettato o permesso, l’abbiamo immediatamente licenziata perché non abbiamo mai approvato alcuna negatività contro Scripta Maneant, i Musei Vaticani o il Vaticano».

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