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martedì, febbraio 28, 2023

Germania, la Chiesa sull'orlo di uno scisma cerca compromesso con Roma ma l'impresa è ormai un rompicapo (anche per il Papa)

@ - Città del Vaticano – Riunioni in Vaticano piuttosto tese, scambi di lettere, posizioni distanti e spaccature sempre più evidenti. La «stragrande maggioranza» dei vescovi tedeschi vuole portare avanti le riforme nella Chiesa in Germania, ha ribadito per l'ennesima volta il presidente della Conferenza episcopale tedesca, il vescovo Georg Baetzing, secondo quanto riportato dall'agenzia KNA. Ormai sembra un dialogo tra sordi e ognuno – il Vaticano e la Germania – sembrano incamminarsi per la propria strada, salvo ripetere che non c'è nessuno scisma all'orizzonte e nessuno sta pensando a questa devastante ipotesi. Eppure le divergenze su temi teologici ritenuti fondanti sono come il famoso elefante nella stanza. Da tre anni i vescovi tedeschi con la iniziale benedizione di Papa Francesco hanno avviato una vera e propria rivoluzione, iniziata con una consultazione estesa a tutto il territorio per analizzare le cause del malessere che portava all'abbandono della Chiesa di circa 200 mila fedeli l'anno.

Germania, la Chiesa sull'orlo di uno scisma cerca compromesso con Roma ma l'impresa è ormai un rompicapo (anche per il Papa)© Ansa


Una emorragia inarrestabile le cui cause inizialmente erano state individuate nella lacunosa e colpevole gestione degli abusi sessuali. Quel tema, però, man mano che il percorso sinodale si allargava e coinvolgeva la base, è stato affiancato da altri argomenti sui quali si è concentrata l'attenzione della maggioranza dei cattolici. Il sacerdozio femminile, l'abolizione del celibato, la democratizzazione nell'individuazione dei vescovi, la trasparenza nelle procedure di policy making, l'eucarestia aperta a tutti, la benedizione dei matrimoni gay. Su molti di questi nodi il magistero della Chiesa si è già pronunciato in modo definitivo in passato ed è difficile che il Vaticano possa stravolgere la sua dottrina millenaria. Nel frattempo i vescovi tedeschi si sono spaccati e Papa Francesco vedendo la mala parata ha sviluppato un dialogo serrato con l'episcopato per rinserrare le fila ma ormai sembra che sia troppo tardi. Il processo avviato è come il cubo di Rubik, un rompicapo per tutti.


Il presidente dei vescovi Baetzing ha spiegato che bisogna «continuare a cercare la comprensione con Roma» e che forse in Vaticano non hanno ben capito che gli abusi sessuali nella Chiesa hanno cause sistemiche e che quindi sono necessari dei cambiamenti. Ma è chiaro a tutti che il tema centrale, all'origine delle distanze sempre più incolmabili, è ormai ben altro. Gli abusi non c'entrano tanto.

Le prossime settimane saranno importanti per la Chiesa tedesca: dal 9 all'11 marzo si terrà a Francoforte la ultima assemblea sinodale del grande progetto di riforma, la rivoluzione dal basso.


Secondo il vescovo di Dresda Heinrich Timmerevers, il processo non può essere fermato. «Il cammino sinodale si sta formalmente concludendo, ma dobbiamo e vogliamo continuare a percorrere il cammino verso una Chiesa sempre più sinodale e questo vale anche per i temi che abbiamo discusso durante il Cammino sinodale e sui quali abbiamo già approvato delle risoluzioni». In questi anni sono stati elaborati dei piani operativi che a Roma sono risultati semplicemente indigesti e da modificare. Cosa che la maggioranza dei cattolici tedeschi non vuole fare. Insomma, un dialogo tra sordi.


Il vescovo ha anche commentato il progetto di istituire un Consiglio sinodale permanente nazionale, in cui vescovi e laici possano discutere e prendere decisioni insieme. In una lettera inviata a fine gennaio, il Vaticano ha replicato che quel progetto è inammissibile perché limiterebbe l'autorità dei vescovi. Stravolgerebbe la dottrina e la natura della Chiesa. Ma il niet vaticano non sarà facile farlo accettare e si sta cercando l'ennesimo compromesso. «Il Consiglio sinodale, qualunque sia il suo aspetto finale, non riscriverà il diritto canonico». Allo stesso tempo, però, «deve essere una questione di sinodalità in grado di continuare a crescere nei nostri organismi e strutture ecclesiali».

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