SAN PAOLO
Ci sono tanti modi di
accostarsi ai Padri della Chiesa e altrettanti
sono i modi di giudicarli. Guido Innocenzo Gargano ha preferito un
approccio che riesce non soltanto a far conoscere culturalmente i Padri, ma
anche a farsi contagiare dal loro modo di accostarsi al dato rivelato in
genere, e soprattutto al testo biblico, ritenuto fessura per eccellenza in cui
insinuarsi per accedere alla conoscenza della verità.
È stato scelto Gregorio Magno perché il suo modo di
reagire di fronte a un testo ritenuto ispirato ha fatto scuola per tutte
le successive generazioni di credenti occidentali. Basti ricordare alcune delle
sue massime più felici: Divina eloquia cum legente crescunt (le
parole di Dio lievitano in parallelo con la crescita di chi le accosta); oppure:
Extra tempus sed non extra mysterium (possiamo trovarci fuori dal
tempo in cui sono avvenute le cose descritte dai libri ispirati, ma non fuori dal
mistero in essi contenuto).
Gregorio è riuscito a rendere popolare la convinzione
agostiniana che scopo delle Scritture ispirate è quello di rendere l'uomo stesso
una Scrittura vivente. Da qui la bellissima massima:
Viva lectio
vita honorum, cioè
leggere la vita stampata sul volto dei buoni è come leggere la Scrittura
ispirata divenuta vita.
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