"Quando, per dono di Dio, si concepisce nel cuore qualcosa di buono (si quando bonum aliquod dono Conditoris in corde concipitur), bisogna adempierlo con tempestiva dedizione (celeri necesse est devotione compleri), perché l'astuto nemico, mentre cerca di irretire l'animo, non inventi nel frattempo impedimenti tali per cui la mente, distratta da altre preoccupazioni, finisca col non portare a termine i suoi desideri (quibus ad effectum minime desideria sua mens occupationibus debilitata perducat)".
(Lettere II, 24. Editrice Città Nuova, Roma 1996, p. 311).
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