"Quando nel tuo affetto mi chiedesti di inviarti le mie Omelie sul Profeta Ezechiele, perché volevi leggerle, ritenni molto sconveniente che bevesse acqua appena potabile uno come te che, a quanto mi risulta, è solito dissetarsi alle acque limpide e profonde dei torrenti dei santi padri Ambrogio e Agostino (valde in congruum credidi ut aquam despicabilem hauriret quem constat de beatorum patrum Ambosii atque Augustini torrentibus profunda ac perspicua fluenta assidue bibere). Considerando però che spesso in mezzo alle delizie di ogni giorno possono riuscire gustosi anche i cibi meno prelibati, ho deciso di inviare queste umili pagine a chi è abituato a leggere cose sublimi, così che, quasi nauseato da un cibo grossolano, ritorni con maggiore avidità al banchetto dei cibi più squisiti (dum cogito quod saepe inter cotidianas delicias etiam viliores cibi suaviter sapiunt, transmisi minima legenti potiora, ut, dum cibus grossior velut pro fastidio sumitur, ad subtiliores epulas avidius redeatur)".
( Prefazione a Omelie su Ezechiele/1, Libro primo. Città Nuova Edtrice, Roma 1992, p.91).
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