"Il libro che ha riempito le mie viscere è diventato in bocca dolce come il miele, perché sanno parlare con gusto del Signore onnipotente quelli che veramente hanno imparato ad amarlo nelle viscere del loro cuore (ipsi de omnipotente Domino sciunt suaviter loqui, qui hunc didicerint in cordis sui visceribus veraciter amare). La Sacra Scrittura è dolce nella bocca di Colui che riempie le viscere della vita con i suoi insegnamenti, perché riesce a parlarne con gusto chi li ha impressi dentro per viverli (quia ei suavis est ad loquendum, cui interius impressa ad vivendum fuerit). La parola non può procurare dolcezza a chi ha la coscienza piena di rimorsi per la sua vita indegna (sermo dulcedinem non habet, quem vita reproba intra conscientiam remordet)".
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