"La lingua non sia frenata dalla soggezione
per l'onore che ci è reso,
né taccia per debolezza
a causa del disprezzo"
( Nec per illatum honorem
refrenatur lingua ex verecundia,
nec per despectum
taceat ex infirmitate).
Omelie su Ezechiele, I, X, 18. Città Nuova Editrice, Roma 1992, p. 311.
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