"Riguardo a Colui che è (cioè a Dio)...non possiamo parlarne con precisione perché, limitati come siamo dalla nostra umana debolezza, gli facciamo soltanto eco balbettando appena qualcosa come dei bambini (hunc exprimere perfecto sermone non possumus, humanitatis nostrae modulo quasi infantiae imbecillitate praepediti, eum aliquatenus balbutiendo resonamus)".
Commento morale a Giobbe, I, V, 66. Città Nuova Editrice/1. Roma 1992, p.449.
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