"E vedrai l'abbondanza del tuo seme e la tua prole
sarà come l'erba del prato (Gb 5,25).
Riesce a parlare bene chi dilata il proprio cuore con l'impegno di una vita
santa (Ille namque bene loquendi facundiam habet qui sinum cordis per recte
vivendi studia extendit)... e noi raccogliamo mèssi abbondanti quando ci
nutriamo di Parola di Dio...La prole del giusto spunta come l'erba, perché
mostrando con la vita ciò che afferma, suscita una moltitudine incalcolabile di
discepoli. Colui però che si dedica alle opere della vita
attiva, disprezzando ormai i desideri terreni, non si accontenta di
compiere esteriormente grandi cose se non può penetrare le realtà più
profonde grazie alla contemplazione (quisquis iam terrena desideria
despicit et se per activae vitae opera extendit, nequaquam ei sufficit magna
exterius agere, nisi etiam per contemplationem valeat interna penetrare)".
Commento morale a Giobbe,
II, VI, 55, Città Nuova Editrice/1. Roma 1992, p. 529.
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