"Né la prosperità rivela l'amico né l'avversità nasconde il nemico (nec prosperitas quippe amicum indicat, nec adversitas inimicum celat), perché quello rimane nascosto a motivo della nostra prosperità e questo si svela per il coraggio che gli consente l'avversità. Perciò l'uomo giusto trovandosi nella sventura dice: Chi sottrae la misericordia al proprio amico abbandona il timore del Signore; perché chi disprezza il prossimo a motivo delle avversità dimostra chiaramente che non lo amava nella prosperità (quia nimirum qui ex adversitate proximum despicit, aperte convincitur quod hunc in prosperis non amavit).
Commento morale a Giobbe, II, VII, 29. Città Nuova Editrice/1, Roma 1992, p. 569.
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