"Parlerò senza temerlo (Gb 9,35). L'uomo santo, vedendo il Redentore del genere umano presentarsi mite, non gli va incontro con la paura come quando è di fronte ad un padrone, ma gli si rapporta con quell'affetto che è proprio di chi si rivolge ad un Padre. Depone infatti la paura perché, sentendosi adottato come figlio, si lascia guidare dall'amore (Vir enim sanctus, quia humani genersis Redemptorem venire mitem conspicit, non metum ad dominum sed affectum ad Patrem sumit; et timorem despicit quia per adoptionis gratiam ad amorem surgit)".
Commento morale a Giobbe, II, IX, 63. Città Nuova Editrice/2, Roma 1994, p. 85.
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