"Altro è ciò che la sacra Scrittura prescrive in generale a tutti, e altro è ciò che comanda in particolare a chi è più avanti sul cammino della perfezione. Giustamente quindi non sottostanno al giudizio quelli che, con la loro vita, hanno superato ciò che viene prescritto in generale a tutti".
(Aliud est quod per Scripturam sacram generaliter omnibus praecipitur, aliud quod specialiter perfectioribus imperatur. Hi ergo recte sub generali iudicio non tenentur, qui et praecepta generalia vivendo vicerunt)"
Commento morale a Giobbe, V, XXVI, 51. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p. 503.
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