"Ci sono beni sommi e beni medi. Beni sommi sono la fede, la speranza e la carità. Se uno li possiede davvero, non c'è pericolo che possano cambiarsi in male. Beni medi sono la profezia, la dottrina, il potere di compiere guarigioni e simili, per i quali esistono due possibilità: o si usano unicamente in vista della patria eterna, oppure in vista, talvolta, della gloria terrena...Siccome però spesso succede che gli stessi doni che si è contenti di ricevere allontanino l'animo incauto dall'opera del donatore, occorre vigilare, provvedendo di vincere prima i vizi e poi custodire con cautela i doni (Quia ergo saepe per ipsa dona quae se percipere exultat, a manu dantis incautus animus elongat, vigilanti provisione curandum est ut et prius subigantur vitia, et post sub circumspectione dona teneantur)".
Commento morale a Giobbe, V, XXVIII76. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.613.
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