"Si può dire che la parola che Dio ci rivolge interiormente, più che farsi sentire, si compie dentro di noi, poiché quando penetra in noi senza la lentezza del discorso, rischiara con luce repentina le tenebre della nostra ignoranza.
(Dei locutio ad nos intrinsecus facta videtur, potius quam auditur, quia dum semetipsam sine mora sermonis insinuat, repentina luce nostrae ignorantiae tenebras illustrat)".
Commento morale a Giobbe, VI, XXVIII2. Città Nuova Editrice/4, Roma 2001, p.25.
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