"C'è chi desidera e vuole e può giungere al culmine della perfezione, ma un altro né lo vuole, né lo può; un terzo vuole e non può; un quarto può e non vuole. Chi potrà mai discutere il segreto di questi giudizi celesti? Chi potrà comprendere la bilancia differente di questa misteriosa equità? Nessuno può raggiungere i meandri di questi occulti giudizi di Dio. Si dica perciò all'uomo che riconosca di non sapere e, riconoscendo di non sapere, tema; e temendo si umilii, e umiliandosi non presuma di sé; e non presumendo cerchi l'aiuto del suo Creatore"
Commento morale a Giobbe, VI, XXIX, 77. Città Nuova Editrice 1/4. Roma 2001, p.153.
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