"A che serve il deserto del corpo se manca il deserto del cuore (Quid prodest solitudo corporis, si solitudo defuerit cordis)? Chi vive appartato con il corpo, ma con il pensiero dei desideri terreni prende parte ai tumulti delle vicende umane, non vive nel deserto (non est in solitudine). Se invece è immerso col corpo nella folla, ma senza subire nel cuore alcun tumulto di preoccupazioni secolari non vive in città (non est in urbe)".
Commento morale a Giobbe, VI, XXX, 52. Città Nuova Editrice1/4, Roma 2001, p. 205.
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