Parco Archeologico Religioso CELio

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sabato, marzo 30, 2013

TESTI E MASSIME DI GREGORIO MAGNO PAPA

"Quando a Dio onnipotente piacque manifestare agli uomini la vita esemplare di Benedetto, perché la lucerna posta sul candelabro illuminasse tutti quelli di casa (ut posita super candelabrum lucerna claresceret, quatenus omnibus qui in domo sunt luceret), apparve in visione ad un prete che abitava un poco più distante. Questi aveva preparato il suo pasto per la festa di Pasqua. Il Signore gli disse in visione: <Tu hai pronto un buon pranzo, mentre il mio servo che sta in quel luogo deserto, è tormentato dalla fame> (Tu tibi delicias praeparas, et servus meus illo in loco fame cruciatur) . Il prete subito si alzò e si diresse in quello stesso giorno di Pasqua verso la località indicatagli, portando con sé le vivande che si era preparate. Cercò l'uomo di Dio per dirupi, per valli ed anfratti, e finalmente lo trovò nascosto nello speco (quaesivit, eunque latere in specu repperit).
Pregarono insieme benedicendo il Signore e sedettero in dolce conversazione sulla vita del cielo; poi il prete che era venuto disse a Benedetto: <Alzati, e prendiamo cibo, perché oggi è Pasqua> (Surge, sumamus cibum, quia hodie Pascha est). <So che è Pasqua - rispose l'uomo di Dio -  perché ho potuto vedere te!> (Scio quod Pascha est, quia videre te meui). Egli infatti, lontano com'era dal consorzio umano, non sapeva che in quel giorno ricorreva la solennità pasquale. Il santo prete però insistette: <Oggi è proprio il giorno della Risurrezione del Signore; non è bene per te digiunare (Veraciter hodie resurrectionis dominicae paschalis dies est. Abstinere tibi minime congruit), ed io ti sono stato inviato appunto per questo, perché insieme ci nutriamo dei doni del Signore onnipotente> (et ego ad hoc missus sum, ut dona omnipotentis Domini pariter sumamus>. Mangiarono dunqe, benedicendo il Signore. Terminato il pasto e il colloquio, il prete fece ritorno alla sua chiesa" (Dialoghi, II, 1,6-7, Città Nuova Editrice, Roma 2000, p.141).

Un testo che ovviamente va contestualizzato ai tempi in cui scriveva Gregorio, ma che è di un'attualità sconcertante. Basterebbe considerare l'eremita Benedetto come una di quelle <pecore> di periferia che Papa Francesco ha sollecitato i Parroci Romani di andare a cercare con tutte le loro forze e a frequentarle tanto da farsi contaminare dal loro <odore>! E comunque è un modo straordianariamente  appropriato, per un cristiano, di celebrare la Pasqua di Risurrezione!



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