Parco Archeologico Religioso CELio

Parco Archeologico Religioso CELio
".... energia rinnovabile UOMO"

mercoledì, settembre 18, 2013

TESTI E MASSIME DI GREGORIO MAGNO PAPA

"Essendosi alcuni Giudei lamentati, tramite una richiesta a noi presentata, del fatto che le sinagoghe della città di Palermo con gli ospizi annessi erano state sconsideratamente occupate (dal vescovo Vittore), durante il tempo dell'attesa in cui doveva astenersi da qualunque gesto finché non fosse stato chiarito che il torto stesse solo nella loro ostinazione, noi non riuscivamo a prestare fede all'accusa che il predetto nostro fratello avesse agito avventatamente, trattandosi di un sacerdote. Ma poiché abbiamo appreso che non c'era alcun motivo per cui queste sinagoghe potessero essere ragionevolmente occupate ( comperimus nullam extitisse causam, pro qua potuissent ratinabiliter occupari), e che esse erano state imprudentemente consacrate (come chiese), comandiamo all'esperienza tua quanto segue (praecipimus ut): Siccome ciò che è stato una volta consacrato non può essere restituito ai Giudei, sia tua cura indurre il predetto nostro fratello e coepiscopo a pagare quanto sarà stabilito dalla magistratura che queste sinagoghe valgono, con gli ospizi da esse dipendenti o attaccati alle loro pareti e gli orti ad esse annessi (synagogae ipsae cum his hospitiis quae sub ipsis sunt vel earum parietibus cohaerent atque hortis ibi coniunctis aestimate fuerint...dare pretium debeant). Così quello che il vescovo fece occupare potrà rimanere di proprietà della Chiesa senza che appaia in nessun modo che gli Ebrei siano stati oppressi e abbiano subìto ingiustizia (et illi opprimi aut aliquam pati iniustitiam nullomodo videantur). Si lamentano poi che furono asportati i tesori delle sinagoghe e i codici. Se realmente queste cose sono state sottratte, vogliamo che siano anch'esse restituite senza esitazione, perché se non deve essere concessa agli Ebrei qualcosa che vada al di là di quanto prescrive la legge, ma nello stesso tempo non deve essere inferto ad essi danno alcuno contro la giustizia e l'equità (codices vero vel ornamenta pariter ablata queruntur. Si manifeste tulta sunt, et ipsa sine aliqua volumus ambiguitate restitui, quia , sicut illis quicquam in synagogis sui facere, et ut ipsi scripsimus, ultra quam lege decretum est non debet esse licentia, ita eis contra iustitiam et aequitatis ordinem nec praeiudicium nec aliquod debet inferri dispendium)". 
 
(Lettere, IX, 37. Città Nuova Editrice, Roma 1998, pp.159-161). 
 
Lettere come questa giustificano il perché gli Ebrei romani abbiano partecipato, in pianto, al lutto della Chiesa di Roma durante i funerali di Papa Gregorio Magno. Una partecipazione che gli stessi Ebrei di Roma avevano assicurato soltanto ai  funerali di Cesare! Questo atteggiamento di Gregorio Magno, che ovviamente si muove all'interno di una legislazione ormai ampiamente favorevole ai cristiani, potrebbe essere vista come una sorta di cartina di tornasole per individuare la presenza o meno di un  corretto atteggiamento della Chiesa in casi analoghi che, purtroppo non mancheranno di ripetersi nella storia del cristianesimo.

Nessun commento: