"La carità è maestra d'ogni bene (Magistra bonorum omnium caritas); essa non ha nessun sapore di estraneità, nessun sapore di asprezza, né di disordine, e rinvigorisce i cuori che tiene vivi in modo che quello che si fa non ha nulla di pesante, nulla di difficoltoso, ma diventa tutto pieno di dolcezza (corda corroborat ut nihil grave, nihil difficile sed fiat totum dulce quod agitur). Essendo sua caratteristica alimentare la concordia, salvaguardare l'armonia, unire ciò che è disgiunto, raddirizzare ciò che è storto, chiunque si attacca alla sua radice non viene meno alla freschezza e non si isterilisce nei frutti, perché l'efficacia nell'agire non perde mai l'umore della fecondità (quiquis in eius radice se inserit, nec a viriditate deficit nec a fructibus inanescit, quia humorem fecunditatis opus efficax non amittit)".
(Lettere, IX, 223. Città Nuova Editrice, Roma 1998, p. 477).
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