Parco Archeologico Religioso CELio

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giovedì, febbraio 20, 2014

TESTI E MASSIME DI GREGORIO MAGNO PAPA

"Io guardai ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto all'interno e all'esterno" (Ez 2, 9-10).

"Il rotolo che riceve il profeta indica le pagine della Sacra Scrittura. Il rotolo è il linguaggio oscuro della Sacra Scrittura (liber involutus est Scripturae sacrae eloquium obscurum), che è avvolto da pensieri così profondi che non è facile a tutti penetrarne il senso. Ma davanti al profeta il rotolo viene svolto perché agli occhi dei predicatori della Parola di Dio l'oscurità viene svelata....Il rotolo viene svolto quando ciò che era stato detto in maniera oscura, viene spiegato nel suo significato (involutus liber expanditur, quando hoc quod obscure prolatum fuerat, per latitudinem intellectus aperitur). La verità (Gesù) svolse questo rotolo quando compì davanti ai discepoli ciò che è stato scritto: Allora aprì loro la mente perché comprendessero le Scritture (Lc 24,25)....Il libro della Sacra Scrittura è scritto dentro a motivo dell'allegoria, fuori a motivo della storia. Dentro a motivo dell'intelligenza spirituale, fuori a motivo del semplice senso letterale, adatto a chi è ancora debole (Liber sacri eloquii intus scriptus est per allegoriam, foris per historiam. Intus per spiritalem intellectum, foris autem per sensum litterae simplicem, adhuc infirmantibus congruentem)". 

(Omelie su Ezechiele, I, IX, 29.30. Città Nupova Editrice, Roma 1992, p. 291).

Gregorio approfitta dei versetti di Ezechiele per comunicare una convinzione comune, condivisa da tutti i Padri cristiani: il duplice significato del testo biblico. Questa convinzione si fondava sulla dichiarazione di Lc 24,25 che connetteva la scoperta del senso nascosto nell'Antico Testamento al dono del Signore risorto, che permetteva di capire che nelle Scritture sacre di Israele si parlava di Lui. Di conseguenza si poteva insegnare che altro era la lettera identificata con la storia, letta nella esteriorità (foris) del libro biblico e altro era l'allegoria percepita, grazie alla fede, nella sua interiorità (intus), che si identificava con la persona stessa di Gesù.

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