"Il dono dello Spirito, che forma prima di ogni altra virtù la prudenza, la temperanza, la fortezza e la giustizia (ante alia prudentiam, temperantiam, fortitudinem, iustitiam, format), addestra contro ogni genere di tentazione questa medesima anima, dotandola subito di sette virtù (in septem mox virtutibus temperat): della sapienza contro la stoltezza, dell'intelletto contro la stupidità, del consiglio contro la precipitazione, della fortezza contro la paura, della scienza contro l'ignoranza, della pietà contro la durezza, del timore contro la superbia. Ma può accadere che la nostra anima, sostenuta dalla pienezza e dall'abbondanza di questi doni,...finisca per dimenticare da chi le provengono...così qualche volta questa medesima grazia utilmente si sottrae, per mostrare all'anima presuntuosa quanto sia debole in se stessa (aliquando fit ut haec eadem gratia utiliter se subtrahat)...Allora, sul punto di perderli, ci accorgiamo che non possiamo conservarli da noi stessi (Tunc... sentimus quia a nobis servari non possunt)".
Commento morale a Giobbe, I, II, 77.78. Città Nuova Editrice, Roma 1992, p. 229.
Attenzione! Forse stiamo scoprendo a chi appartiene la paternità di ciò cha i cattolici latini hanno imparato a memoria fin dalla loro fanciulezza!
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