"In un modo si comportano i reprobi, in un altro gli eletti: il cuore di quelli è tentato e acconsente, il cuore di questi invece subisce la tentazione, ma la respinge (Illorum autem corda ita tentantur ut consentiant. Iustorum vero tentationes quidem suscipiunt sed repugnant); l'anima di quelli viene con suo piacere presa e, se temporaneamente la cattiva suggestione dispiace, poi viene accettata deliberatamente, questi invece ricevono le frecce delle tentazioni impegnandosi sempre a resistere, e se talvolta l'anima tentata viene trasportata fino a provarne piacere, tuttavia subito essi arrossiscono per essere stati sorpresi dal piacere e con rigoroso giudizio respingono tutto ciò che di carnale possa essere sorto in loro".
Commento morale a Giobbe, I, III, 63. Città Nuova Editrice/1. Roma 1992, p. 297.
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