"Il primo uomo, invitato al rincrescimento (paenitentia) con l'interrogazione, aggiunse alla prima colpa un aggravante dicendo: <La donna che mi hai dato come compagna, mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato> (Gen 3,12), distorcendo velatamente contro il Creatore la sua colpa, come se gli dicesse: Dandomi la donna, sei stato tu ad offrirmi l'occasione di delinquere (Tu occasionem delinquendi praebuisti qui mulierem dedisti). Che almeno la colpa, ormai commessa, rimanga unica e non avvenga che, lodandola o difendendola, ci renda ancora più colpevoli di fronte al giudice. Certo non avremmo dovuto peccare affatto, ma avendo peccato, almeno limitiamoci a quel che abbiamo commesso non aggiungendo altro (Peccare quidem non debuimus; sed utinam alia non iungentes, vel ea quae fecimus sola deseramus)!"
Commento morale a Giobbe, I, IV, 39. Città Nuova Editrice/1, Roma 1992, p.343.
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