"Chi conserva la pazienza possiede la propria anima, perché diventa forte contro ogni avversità nella misura in cui si domina vincendo se stesso (Qui igitur patientiam tenet, animam possidet; quia inde contra adversa omnia fortis efficitur, unde sibi et semetipsum vincendo dominatur. E nella misura in cui lodevolmente spezza se stesso, appare valorosamente incolume; perché vincendosi nei propri piaceri si prepara ad affrontare invitto le contrarietà
( Et quo se laudabiliter frangit, infractum se fortiter exserit; quia cum in suis se voluptatibus superat, sese ad contraria invictum parat)".
Commento morale a Giobbe, I, V, 33, Città Nuova Editrice/1, Roma 1992, p. 417.
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