"Quel che facciamo per forza
non nasce dall'amore...
chi macera il corpo, ma aspira agli onori,
impone la croce alla carne
ma col desiderio vive al mondo nel modo peggiore...
Noi abitiamo e troviamo riposo
là dove è il nostro amore.
(Quod per angariam agimus,
non hoc ex studio amoris operamur...
Nam qui corpus macerat sed honoribus anhelat,
crucem carni intulit
sed mundo per concupiscentiam peius vivit...
Omne quippe quod diligimus,
quasi in hoc quiescentes habitamus).
Commento morale a Giobbe, II, VIII, 72.73.74, Edizioni Città Nuova/1, Roma 1992, p.687.
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