"Riposerai e nessuno ti spaventerà (Gb 11,19). Chi cerca la gloria di questo mondo, ne teme anche il disprezzo (Quiquis praesentem gloriam quaerit, profecto despectum metet). Chi cerca di guadagnare sempre, ha sempre paura di perdere. Chi è sicuro di ciò che aspetta di ricevere, certo rimane male se sfuma; e chi si sente legato a cose mutevoli e periture, rimane a terra ben lontano dalla fortezza sicura. Chi invece fissa il suo desiderio unicamente nell'eternità, non si esalta per la prosperità né si abbatte per l'avversità: non desiderando nulla in questo mondo, nulla ha da temere da questo mondo (Quisquis in solo aeternitatis desiderio figitur, nec prosperitate attollitur, nec adversitate quassatur, dum nil habet in mundo quod appetat, nihil est quod de mundo pertimescat)...poiché tanto più completamente uno si libera dalla paura di questo mondo, quanto più vince veramente in se stesso la cupidigia del mondo.
Commento morale a Giobbe, II, X, 39. Città Nuova Editrice/2, Roma 1994, p.171.
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