"E su di essi scendeva goccia a goccia la mia parola (Gb 29,22). Chi insegna deve stare bene attento a non predicare più di quanto può capire chi ascolta (Debet enim subtiliter is qui docet perspicere, ne plus studeat quam ab audiente capitur praedicare). Deve, imponendo a se stesso un limite, scendere al livello di chi ascolta...Sulla stessa mensa del Signore, quindi, si preparano coppe e anfore perché nell'insegnamento della Sacra Scrittura bisogna presentare non solo cose grandi e misteriose che inebriano, ma anche cose piccole e delicate che si possano conoscere gustandole (non solum exhibenda sunt magna et arcana quae debriant, sed etiam parva et subtilia quae quasi per gustum notitiam praestant)".
Commento morale a Giobbe, IV, XX, 4. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p. 89.
Nessun commento:
Posta un commento