"Quelli che nella Chiesa non sono dotati di grandi doni carismatici, giudichino degli affari terreni, in quanto, non potendo fare cose grandi, si occupino delle cose di minore importanza...A giudicare le cose terrene siano quelli che hanno ricevuto la saggezza delle cose temporali. Quelli invece che sono dotati di doni spirituali non devono occuparsi di affari terreni, appunto perché non essendo costretti ad amministrare i beni inferiori, possono dedicarsi, da esperti, di beni superiori (Qui autem spiritalibus donis ditati sunt, profecto terrenis non debent negotiis implicari, ut dum non coguntur inferiora bona disponere, exercitati valeant bonis superioribus deservire)".
Commento morale a Giobbe, IV, XIX, 42, Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.69.
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