"Le membra dlla santa Chiesa debbono essere distinte nei compiti e unite nella carità (Sanctae Ecclesiae membra debent et officio esse distincta et caritate coniuncta)...Grazie a tale concordia, risultante dalla diversità dei compiti e dallo scambio reciproco, si ottiene un risultato meraviglioso: comunicandosi reciprocamente ciò che ciascuno riesce a fare, gli eletti si appropriano anche delle opere che essi direttamente non riescono a compiere (miro modo agitur... ut eorum fiant opera etiam quae facere ipsi non possunt)".
Commento morale a Giobbe, IV, XIX, 44, Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, pp.69-71.
Nessun commento:
Posta un commento