"Spesso avviene che proprio quelli sui quali la Chiesa contava di più diventano i suoi nemici più accaniti (ipsi eiusdem fidei hostes atrociores fiunt), al punto che vede mettersi contro la Parola di Dio quelli che davano affidamento di diventarne i predicatori. Noi gemiamo vedendo che questo tempo è già cominciato, perché troviamo nella Chiesa molti che non vogliono mettere in pratica quello che comprendono, o addirittura non si curano di comprendere e conoscere questa santa Parola (multos intra Ecclesiam positos cernimus, qui aut nolunt operari quod intellegunt, aut hoc ipsum quoque sacrum eloquium intellegere ac nosse contemnunt). E infatti... tutti cercano i propri interessi, non quelli di Cristo. Dovunque vengono esposte le divine Scritture e poste davanti agli occhi, ma gli uomini non si curano di conoscerle. Quasi nessuno cerca di approfondire quello che crede (Paene nullus quaerit scire quod credit)" .
Commento morale a Giobbe IV, XIX, 56, Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.85.
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