"L'astinenza deve estinguere i vizi della carne, non la carne; si deve governare se stessi con tale equilibrio che la carne non cada nella colpa della superbia, e tuttavia sia in grado di fare ciò che è giusto".
(Per abstinentiam quippe carnis vitia sunt extinguenda, non caro; et tanto quisque sibimet debet moderamine praeesse, ut et culpam caro non superbiat, et tamen effectum rectitudinis in operatione subsistat)".
Commento morale a Giobbe, IV, XX, 78. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p. 169
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