"I santi, quando sono posti in alto, non guardano al potere gerarchico che è in loro, ma all'eguaglianza della condizione umana, né amano presiedere ma giovare agli uomini (Sancti autem viri cum praesunt, non in se potestatem ordinis, sed aequalitatem conditionis attendunt, nec praeesse gaudent hominibus, sed prodesse)...e non solo rifuggono dall'essere temuti, ma anche dall'essere onorati più del necessario (et non solum ab hominibus metui, sed etiam plus quam necesse est honorari refugiunt)".
Commento morale a Giobbe, IV, XXI,22.24. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.199.
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