"Nessuno che lascia le cose infime diventa eccellente tutto d'un colpo, perché chi vuol raggiungere la vetta della perfezione, vi arriva solo se ogni giorno tende in alto, come salendo per determinati gradini.
(Nemo autem infima deserens repente fit summus, quia ad optinendum perfectionis meritum, dum cotidie mens in altum ducitur, ad hoc quod procul dubio velut ascensionis quibusdam gradibus pervenit)".
Commento morale a Giobbe, IV, XXII, 45. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.261.
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