"I santi, quando sono agitati dalla prova, si controllano perfettamente, e se non possono giovare a chi li ascolta, tacciono anche a costo di essere disprezzati, per non vantarsi con l'ostentazione della loro sapienza".
(Sancti etenim viri in commotionis temptatione semetipsos ostendere omnino refugiunt, et cum audientibus prodesse nequeunt, etiam despici tacentes volunt, ne de sapientiae suae ostentatione glorientur)".
Commento morale a Giobbe, IV, XXII, 38, Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.251.
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