" I santi che, per dovere di ufficio, sono costretti ad attendere ai ministeri esteriori, procurano sempre di rifugiarsi nel segreto del cuore (studiose semper ad cordis secreta refugiunt); lì salgono in cima all'intimo pensiero e, come su un monte, ricevono la legge, mentre che, trascurati i tumulti delle attività temporali, scrutano le decisioni della volonta di Dio sulla cima della loro contemplazione (in contemplationis suae vertice supernae voluntatis sententiam perscrutantur) . Ecco perché Mosè stesso ritorna con assiduità alla tenda per risolvere i dubbi, e lì, nel segreto, consulta il Signore, venendo così a conoscere con maggiore sicurezza le decisioni da prendere (idem Moses crebro de rebus dubiis ad tabernaculum redit, ibique secreto Dominum consulit et quid certius decernat agnoscit)".
Commento morale a Giobbe, V, XXIII, 38. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.317.
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