"Nella tranquillità si riceve la grazia
del dono celeste,
ma solo nell'avversità del turbamento
si dimostra il progresso che si è fatto.
(Unusquisque superni doni gratiam
in tranquillitate quietis percipit,
sed quantum perceperit,
in adversitate perturbationis ostendit)".
Commento morale a Giobbe, V, XXIII, 52. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.335.
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