"C'è una compunzione che suscita lacrime di tristezza, e c'è una compunzione che genera lacrime di gioia. Si chiama poi giubilo quel gaudio ineffabile concepito dal cuore che la parola non può né nascondere né manifestare, infatti viene emesso da particolari moti dell'animo benché essi non trovino mai il modo di esprimersi appropriatamente.
(Illa compunctio afficientes ac tristes, haec vero laetas lacrimas movet. Iubilum namque dicitur, quando ineffabile gaudium mente concipitur, quod nec abscondi possit, nec sermonibus aperiri; et tamen quibusdam motibus proditur quamvis nullis proprietatibus exprimatur)".
Commento morale a Giobbe, V, XXIV, 10. Città Nuova Editrice/3, Roma 1997, p.349.
Nessun commento:
Posta un commento