"I giusto, non riuscendo a penetrare per mezzo della conoscenza nelle profondità del mistero, bussa alla porta del segreto di Dio e rimane lì davanti, riconoscendo umilmente la propria impotenza e, timoroso, loda di fuori quel che non riesce a comprendere dentro".
Commento morale a Giobbe, VI, XXVIII, 13. Città Nuova Editrice/4, Roma 2001, p.35.
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