"Nelle Scritture ai termini semplici e chiari si mescolano certe cose oscure affinché, guidati da ciò che è privo di senso letterale, si possa scoprire il senso mistico anche di ciò che appare sensato secondo la lettera (rebus planis ac patentibus obscura quaedam ac dissona permiscentur, ut per hoc quod ab intellectu litterae discrepat et illud inquiratur mystice quod dictum iuxta litteram sonat). E infatti come mediante alcune cose chiare ne conosciamo altre oscure, così può succedere che le parti oscure del testo ci spingano a individuare un significato più elevato anche in quelle parti che ritenevamo chiare".
Commento morale a Giobbe, VI, XXVIII, 14. Città Nuova Editrice/4, pp.35.37.
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