"Tutti quelli che nei loro pensieri sono gonfi di superbia, parlano gridando o tacciono amareggiati, eccedono nell'allegria o si consumano nella tristezza, sono scomposti nel contegno e studiati nella persona, impettiti nel camminare e risentiti nel rispondere"-
Commento morale a Giobbe, VI, XXXIV, 52. Città Nuova Editrice1/4, Roma 2001, p. 545.
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