"Siano dunque in azione l'amore, ma senza debolezze; il rigore, che non produce esasperazione; lo zelo, ma senza infierire in forme smodate; la pietà, che però non assolve più di quanto sia giusto; e così, fondendo nell'esercizio del potere la giustizia e la clemenza, il pastore raggiunga dolcemente, pur nella severità, il cuore dei sudditi, portandoli tuttavia, proprio con questa dolcezza, al rispetto della severità (et tamen ad terroris reverentiam demulcendo constringat)".
Regola pastorale, II, 6. Città Nuova Editrice, Roma 2008, p.61.
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