"Chi è tenuto, per esigenza di un alto incarico, a proclamare verità sublimi, è costretto, da questa stessa esigenza, a mostrarle in atto. Nel cuore di chi ascolta penetra infatti più volentieri la parola accreditata dalla vita di chi la proclama, perché questi aiuta con i fatti a porre in atto ciò che la sua voce impone di compiere.
(Illa namque vox libentius auditorum cor penetrat, quam dicentis vita commendat, quia quod loquendo imperat, ostendendo adiuvat ut fiat)".
Regola pastorale, II, 3. Città Nuova Editrice, Roma 2008, p.41.
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